Brugherio (Monza Brianza) – Quando si avvicinano le festività di Natale sono in tanti a cercarlo, ma lui, Maurizio Massa, 84 anni, originario di Ferrara, non si è mai fatto trovare impreparato. Se ancora oggi lavora nell’azienda di famiglia, avviata dal padre nel campo tessile e ora all’avanguardia nella produzione di addobbi per vetrine grazie alla tecnologia laser, la seconda passione di Maurizio sono i presepi.
Ed è proprio per i suoi gioielli artigianali che organizzazioni di volontariato, parrocchie, frati e suore lo chiamano per mettere in vendita le sue produzioni a fin di bene. I primi pezzi risalgono a circa vent’anni fa, quando ha conosciuto i volontari di Abio Brianza, l’Associazione Bambino in ospedale, che si erano rivolti a lui per la richiesta di tessuti. Ma è stato proprio in quella occasione che Maurizio lancia l’idea: perché non mettere in vendita dei piccoli presepi per ricavare fondi da destinare proprio ai bambini ricoverati? Detto, fatto. Oggi Maurizio realizza circa quattromila presepi l’anno, più o meno undici al giorno, dai più piccoli, incastonati nel guscio di una noce, a quelli più grandi per cui la lavorazione richiede un giorno e mezzo.
“La difficoltà sta nel lavorare e nel posizionare la corteccia sul tetto della capanna – racconta il signor Maurizio – e nel forgiare e intagliare il legno”. Ogni pezzo diventa così un pezzo unico, numerato, curato in ogni minimo dettaglio, dalle luci ai personaggi, non soltanto con il legno, ma con qualsiasi altro materiale o involucro, dalle lanterne alle bottiglie di vetro. “Ho anche un tratto distintivo – e sorride mentre lo racconta –. Se all’inizio mettevo le pecorelle vicino alla Natività, con il tempo ho aggiunto anche un maialino. D’altra parte, da buon ferrarese, la tradizione della mia terra è il salame”.
All’attivo Maurizio ha quasi 80mila presepi realizzati, frutto di maestria e pazienza, tutti regalati a chi ne fa richiesta, ma esclusivamente per scopi benefici. Anche perché Maurizio, papà di tre figli e nonno di sei nipoti, sa bene cosa significa fare il volontario, i sacrifici richiesti, i fondi che non bastano mai. “A 45 anni sono diventato volontario facendo servizio di soccorso sulle ambulanze di Sos Milano – ricorda –. Da allievo, in trent’anni di volontariato, sono diventato presidente dell’organizzazione. Nel mese di agosto, quando i miei figli sono diventati grandi, volavo in Brasile a dare una mano nelle parrocchie. Così come, finché ho potuto, mi sono dedicato alla Mensa dei poveri con le Suore missionarie della carità (le suore di Madre Teresa di Calcutta, ndr) e quella dei Frati Cappuccini, l’Opera San Francesco per i poveri”. L’ultima richiesta è infatti arrivata dalle suore missionarie: realizzare piccoli presepi da donare a tutti i volontari in occasione delle festività natalizie. Quanti?
“I volontari sono tanti, ne ho consegnati 900: nel guscio di una noce ho adagiato Gesù Bambino sul muschio”. E dire che tutto è nato grazie ad un semplice pezzo di legno: “Volevo realizzare un tagliere, mio figlio mi ha chiesto invece di utilizzare il legno per un presepe. Non mi sono più fermato e da lì sono arrivate le richiese per dare aiuto al prossimo”. Richieste a cui il nonno dei presepi non riesce a dire mai di no.