La salma di Matteo Barattieri bloccata in Usa da 20 giorni: prigioniero della burocrazia

Il fratello Davide attende il rimpatrio dopo l’incidente a Nashville dove Matteo fu investito da un'auto pirata.

Matteo Barattieri

Matteo Barattieri

"Questa burocrazia fa cadere le braccia. La salma di mio fratello è là, bloccata, da 20 giorni, e ancora non si riesce a capire quando potrà tornare a casa… il suo passaporto è in mano alla polizia, ma finché non verrà riconsegnato al Consolato italiano non potrà partire. Mi auguro che qualcosa si sblocchi entro qualche giorno".

È arrabbiato Davide Barattieri, fratello minore di Matteo, geologo, naruralista, scrittore, divulgatore scientifico e noto ambientalista monzese di 57 anni morto lo scorso 25 agosto a Nashville, nel Tennessee, negli Stati Uniti, dove stava seguendo un tour dei suoi amati Blondie.

Investito da un’auto pirata di cui ancora non si hanno tracce.

Le prime indagini e una testimonianza sembravano aver individuato una Nissan Altima bianca sgommare quel tragico pomeriggio dopo aver investito Matteo, che stava camminando sulla McGavock Pike… non lontano dall’Arena dove si era tenuto il concerto di Debbie Harry coi Blondie la sera prima.

"So che lo stanno sempre cercando - ammette Davide - e a il tema è sempre in primo piano. Qualche giorno fa un altra persona è stata investita nello stesso punto a Nashville, ahimè… e altri casi si sono verificati in passato proprio da quelle parti. Il problema della sicurezza c’è ed è ben noto. Intanto rimane sempre attivo il numero verde della polizia per raccogliere altre testimonianze che possano dare una mano a individuare il pirata che che investito mio fratello".

Una fine tragica, intollerabile. Anche il padre dei quattro fratelli Barattieri era morto in un modo molto simile, ucciso da un pirata della strada, per di più sotto effetto di stupefacenti.

Un episodio che aveva sconvolto la vita della sua famiglia e che aveva indotto Matteo ad avere particolare timore delle automobili e a preferire, anche per motivi ecologici, privilegiare gli spostamenti a piedi, in bicicletta o sui mezzi pubblici.

Prosegue intanto la raccolta fondi avviata (https://gofund.me/a0f53fa8) avviata per raccogliere soldi necessari al rimpatrio della salma. Ne sono stati donati per ora circa 7mila. Il fratello Davide, con molto modestia e ritrosia, ha accolto con favore l’iniziativa, zanche se spero che non ce ne sia bisogno e di poter destinare quanto raccolto a qualcuna delle tante iniziative avviate da mio fratello, magari per l’amato Parco di Monza".

Ne sa qualcosa anche Bichi Montrasio, storica presidente del Comitato per il Parco, fondato proprio con Matteo Barattieri nel 1994 e che tanto si è sempre battuto per le cause ambientaliste e la tutela del polmone verde.

"Non è facile ricostruire tutte le iniziative che Matteo aveva messo in cantiere – confida Bichi – perché erano davvero tante e lui era molto riservato. Ma qualcosa di bello faremo. Non vogliamo che si si fermi a qualcosa di superficiale, a una intitolazione..., Matteo lo avrebbe detestato, avrebbe voluto qualcosa di concreto come era lui".