DARIO CRIPPA
Cronaca

STORIE DI BRIANZA / Quando Massimo Ranieri riempì un ospedale a Monza

Un infortunio del noto cantante napoletano mentre girava un fotoromanzo in Autodromo attirò centinaia di fan

Un giovanissimo Massimo Ranieri

Monza, 3 gennaio 2021 - “Ospedale sotto assedio”. Così titolano alcuni giornali di Monza. È il 1971 e al San Gerardo accade qualcosa di inconsueto: un numero di persone fuori dal normale si precipita al nosocomio cittadino suscitando un misto di curiosità e apprensione. Nulla di preoccupante però. Nessuna epidemia come quella che in questo periodo sta sconvolgendo anche la nostra città.

Ad assediare l’ospedale sono i fan di un noto cantante e attore, il giovane e già amatissimo Massimo Ranieri. Al secolo Giovanni Calone, l’artista non ha neppure vent’anni, eppure si sta già affermando sulla scena dello spettacolo, che tuttora calca con successo. Cresciuto in una zona popolare di Napoli, Gianni Calone – quinto di otto figli – è dotato di una voce eccezionale e già da bambino, mentre si barcamena fra un lavoretto e l’altro, viene costretto a cantare per i turisti. Come racconterà lui stesso anni dopo, viene addirittura portato su uno scoglio a esibirsi: non sapendo nuotare, sarà costretto a rimanerci sino a fine esibizione. Le cose cambiano quando in un bar, dove era stato chiamato a cantare, viene notato da un discografico: in giovanissima età – ha appena tredici anni – si ritrova a incidere il suo primo disco. Da questo momento la sua carriera conosce una escalation costante: viene portato presto in tournée anche all’estero (negli Stati Uniti), e oltre a esibirsi come cantante inizia a recitare in diverse pellicole cinematografiche, in televisione e a teatro. Ha poco meno di vent’anni quando si ritrova a Monza a richiamare involontariamente un pubblico tanto eccezionale, dopo un rocambolesco

infortunio – per fortuna non grave – accadutogli a Monza, l’Autodromo. Qui sta “girando” un fotoromanzo ambientato nel mondo dell’automobilismo. Nel tardo pomeriggio di un tranquillo venerdì di gennaio, il cantante è alle prese con una scena davanti ai box sotto la direzione del regista Sirio Magni. Fa molto freddo e il lavoro va per le lunghe, quando Ranieri si mette a chiacchierare con una vera istituzione dei fotografi monzesi, specialmente in campo motoristico: il compianto Erminio Ferranti. La casa di produzione, per effettuare le riprese fotografiche in movimento, ha incaricato quello che è considerato un leone in quel settore, abituato a immortalare piloti e bolidi durante le corse automobilistiche. Ed è proprio Massimo Ranieri, probabilmente consapevole dell’opportunità di posare per fotografie scattate nel Tempio della Velocità e sotto gli occhi di uno specialista delle gare automobilistiche, a proporre a un certo punto – un po’ per celia e un po’ per meglio entrare in parte (e forse per scaldarsi) – una corsa a piedi in pista. Le gambe sono gelate, però, e pure la pista. Fatti pochi metri il cantante napoletano mette un piede in fallo e cade a terra battendo la testa. Immediatamente soccorso dai presenti sul set e da alcuni operatori della Croce Rossa che si trovano sul posto, Massimo Ranieri viene portato al pronto soccorso dell’ospedale San Gerardo.

La prognosi iniziale parla di trauma cranico e le sue condizioni sembrano preoccupanti. La voce che Ranieri è ricoverato si sparge immediatamente e fa il giro della città: accade così che molte persone, soprattutto giovani fan, si raggruppino davanti ai cancelli del nosocomio supplicando i portieri di lasciarli passare. Alcuni addirittura si inventano – così almeno raccontano le cronache – parenti malati gravemente da andare assolutamente a trovare... pur di ottenere il via libera per entrare. Per fortuna però la preoccupazione per le sorti del giovane cantante si sgonfia abbastanza rapidamente. Dopo le radiografie, le analisi concludono che il cantante non ha fratture, nonostante continui a lamentare il dolore per una botta alla parte destra della testa. La prognosi finale parlerà soltanto di qualche abrasione superficiale guaribile in pochi giorni. La prudenza quando si batte la testa è però sempre doverosa e Massimo Ranieri viene ricoverato in osservazione per una notte. Dopo una bella dormita, verrà dimesso il mattino successivo, quando lascerà definitivamente lo sfortunato set.

Dietro a ogni grande uomo c’è sempre una grande donna, dice la saggezza popolare. Emilia “Nuccia” Galbiati, moglie di Erminio Ferranti, è proprio così e ancora conserva come una miniera preziosa i ricordi dell’Ammiraglio e delle sue fotografie. La vicenda di Massimo Ranieri, poi, non può facilmente essere dimenticata. "Io ero una sua grande fan, era il mio idolo... ricordo quel giorno, era gennaio e faceva molto freddo. Quando Ranieri cascò picchiando la testa, ad accompagnarlo in ospedale fu proprio Erminio. Gli tenne la mano e stette là diverse ore". Un ricordo scolpito nella mente anche dell’artista partenopeo probabilmente. "Quando qualche anno fa venne a Monza per uno spettacolo, Erminio si fece avanti e si fece subito riconoscere. Gli aveva fatto diverse foto allora, anche una con me e il mio piccolo Lorenzo, nostro figlio...".