Martello pneumatico in aula Giudici infuriati in Tribunale

Costretti a tenere processi senza riuscire a sentire bene tutte le parti in causa. La presidente: "Sono la prima scontenta, purtroppo andrà sempre peggio".

di Stefania Totaro

Tenere udienza con l’assordante sottofondo di un martello pneumatico, con le parti nella stanza che riescono a malapena a capirsi attraverso il labiale.

È successo per un paio di giorni al Tribunale di Monza per dei lavori contro le infiltrazioni di acqua negli uffici dei giudici per le indagini preliminari, ma questo disguido potrebbe diventare la regola quando a breve partirà la tanto attesa ristrutturazione dell’intera ala destra del Palazzo di piazza Garibaldi lasciata libera anni orsono dal trasferimento della Procura.

Alcune mail di protesta hanno già iniziato a circolare tra i giudici. "Ho celebrato l’udienza preliminare in condizioni francamente indegne del servizio che dovremmo rendere - ha scritto un gip monzese - Non sentivo le parti poste dall’altro lato della mia scrivania e loro non sentivano me.

Vorrei pensare che si possano organizzare interventi così tanto invasivi in orari diversi dalle attività di udienza.

Mi rendo conto che le condizioni logistiche di questi uffici sono difficili, ma già lavoro – come altri colleghi e personale amministrativo – in un ufficio soggetto a controlli settimanali sul pericolo di crollo e mi piacerebbe che non si aggiungessero altri disagi".

I lavori erano stati annunciati, ma solo per avvertire che il passaggio pedonale in cortile sarebbe stato inaccessibile.

"Celebrare udienza con il martello pneumatico ininterrottamente in funzione è esacerbante - ha scritto un’altra gip - Mi auguro che si ipotizzino soluzioni alternative, specie quando verranno avviati i lavori di ristrutturazione dell’intero palazzo".

Un malcontento di cui la presidente del Tribunale di Monza Maria Gabriella Mariconda non può che prendere atto.

"Io sono la prima scontenta e purtroppo sarà sempre peggio perché tutta l’ala destra a partire credo da settembre, purtroppo non prima perché non abbiamo l’autorizzazione del Ministero, verrà smantellata per poi essere rifatta.

Bisogna tenere presente che il Tribunale è un edificio del Seicento e la cosa più difficile è che non possiamo uscircene tutti e i lavori possono procedere, ma bisognerà farlo a pezzi.

Si libereranno alcuni spazi, ma altri uffici e aule chiuderanno e andranno in via Vittorio Emanuele.

Noi speravamo di aspettare per trasferire prima almeno una parte del civile, che andrà in via Prina e in via Annoni, quando invece avevamo uno stabile in via Cavallotti che poteva essere utilizzato, già pronto e perfetto, con 150 posti auto.

Invece è stato scelto l’ex distretto militare di piazza San Paolo dove gli spazi sono camerate con solo due finestre e quindi non si potranno fare uffici ma c’è stato l’ok da parte del Demanio".