MONZA – La lettera che porta il nome di Marta, di dieci pagine, è stata consegnata al liceo artistico Preziosissimo sangue di Monza, diretto da suor Stefania Arosio, dove la ragazza frequentava la 2ªC. "Nel lungo testo a che rispecchia veramente il temperamento di Marta – racconta il professor Stefano Spera, insegnante di discipline grafiche pittoriche – il papà ha proposto alla scuola la progettazione di un logo per la Neurochirurgia dell’ospedale San Gerardo e poi anche di una poltrona per i parenti che vegliano giorno e notte i pazienti".
Giovanni Roncoroni ha assistito la figlia per circa 40 giorni e si permetteva solo poche ore di sonno, per notte, a casa, per poi correre di nuovo al suo capezzale. Il docente si è ripromesso di consultarsi con i colleghi e la preside per stimolare la fantasia dei compagni di classe di Marta e poi di tutta la scuola per la creazione del logo da offrire all’ospedale. Il professor Spera insegna anche grafica al triennio e quindi proporrà sia ai ragazzi di 2ªC che ai più grandi, con maggiori competenze di grafica, il lavoro di progettazione della poltrona. È ancora soltanto un’idea, visto che Marta è mancata un paio di giorni fa, lasciando tutti devastati. Nei prossimi mesi professori e dirigenza vedranno come attuarla.
"Marta era una ragazza molto dolce, semplice e solare – così la ricorda il suo insegnante – in una classe molto positiva e unita. Ho l’ultimo disegno di Marta che consegnerò alla famiglia, perché è giusto che l’abbiano loro". La scuola ha un servizio di supporto psicologico per i suoi studenti, di cui in questi giorni alcuni ragazzi si sono avvalsi, per poter confidare le proprie emozioni. A gennaio l’istituto valuterà possibili iniziative per tutti gli studenti, soprattutto i compagni di classe di Marta, per aiutarli a elaborare il lutto. E si sta pensando anche alla creazione di un ambiente strutturato ad hoc, dove i ragazzi potranno incontrare la psicologa e eventuali figure di sostegno. "A prescindere da questo evento che per noi è stato davvero devastante – continua il professore – i ragazzi hanno bisogno di un supporto psicologico costante, per elaborare situazioni familiari, ma anche specifiche difficoltà emotive, a volte vere fobie, sempre più frequenti fra gli studenti".