
"Su Tiziana Morandi una perizia psichiatrica andrebbe disposta perché la compromissione neurologica che l’ha portata ad un intervento chirurgico potrebbe avere inciso sulla sua capacità di intendere e di volere all’epoca dei fatti". Ne è convinto l’avvocato Angelo Leone del Foro di Milano, nominato come nuovo difensore, il quarto, dalla presunta “mantide della Brianza”. Il legale insisterà per questo accertamento oggi alla ripresa del processo al Tribunale di Monza che vede la 48enne di Roncello accusata di avere narcotizzato e derubato una decina di uomini tra i 27 e gli 84 anni. L’avvocato Leone sostituisce la collega Alessia Pontenani che, dopo l’ultima udienza del dibattimento nel luglio scorso, ha avuto un acceso scontro di opinioni con l’imputata e le loro strade si sono divise.
Angelo Leone non ha intenzione di chiedere i termini a difesa per ottenere un rinvio e neanche proporre ai giudici un’ulteriore istruttoria. "Ho incontrato Tiziana Morandi e ho studiato il fascicolo penale, non ho altri testimoni da chiamare, sono pronto per la discussione". I giudici devono sentire come ultimo teste della difesa la commercialista della 48enne. "Però prima di dare la parola alla pubblica accusa il Tribunale deve sciogliere la riserva sulla richiesta di perizia psichiatrica", aggiunge il legale. A chiederla l’avvocata Pontenani in udienza preliminare, mentre si sono opposti i pm titolari delle indagini, Carlo Cinque e Giovanni Santini (foto) della Procura di Monza e l’unica parte civile, un 28enne di Trezzo sull’Adda. Il giudice per le udienze preliminari monzese ha ritenuto che non possa esserci un nesso causale tra le patologie indicate e l’infermità mentale e ha respinto l’istanza, riproposta poi al processo. La 47enne, per cui la difesa ha anche finora invano chiesto la sostituzione del carcere con gli arresti domiciliari a casa dell’anziana madre, è accusata di una ventina di capi di imputazione, per reati che vanno dalla rapina alle lesioni, dall’utilizzo indebito di carte di credito alla violazione della legge sugli stupefacenti. Un paio di accuse sono già state eliminate dal giudice per le udienze preliminari: una di lesioni nei confronti di una presunta vittima spazzata via dalla riforma Cartabia perché ora perseguibile a querela di parte offesa e una contestazione relativa all’avere narcotizzato un anziano perché già assorbita dalla correlata accusa di rapina. Dal canto suo, la 48enne è convinta che le accuse siano soltanto una serie di "equivoci" che, una volta chiariti, le varranno l’assoluzione. E per questo motivo ha scelto il dibattimento, con cui rischia però una condanna pesante.
Stefania Totaro