
Tiziana Morandi all'uscita del tribunale e, a destra, come si presentava sui social
Roncello (Monza), 11 Giugno 2023 - Accampano giustificazioni per non presentarsi a testimoniare al processo le presunte vittime di Tiziana Morandi.
Ma più che gli impegni improrogabili o la lontananza dal Tribunale di Monza (alcuni risiedono nelle province di Avellino e di Bolzano) la ragione sembra più essere la vergogna di ammettere di essersi fatti attirare nella ragnatela della cosiddetta "mantide della Brianza", la 47enne di Roncello imputata di avere narcotizzato e derubato una decina di uomini tra i 27 e gli 84 anni.
La stessa motivazione che ha spinto solo 1 delle 9 parti offese, un 28enne, a costituirsi parte civile per ottenere un risarcimento dei danni. La stessa amarezza per essersi fatti raggirare che ha fatto piangere in aula i due uomini più anziani caduti nella rete della Morandi, un 85enne e un 84enne di Busnago sentiti alla prima udienza del dibattimento, che si è svolta alla presenza dell'imputata, in carcere dal luglio scorso.
Di certo non aiutano le telecamere ammesse dai giudici a seguire il dibattimento, anche se però è possibile chiedere di non essere ripresi in volto. Le scuse dei testimoni convocati per il 15 giugno comunque non serviranno se vogliono evitare di essere la prossima volta accompagnati al processo dai carabinieri perché testimoniare è ritenuto un dovere e non presentarsi implica anche una multa salata.