Manca un giudice, slitta il processo sul traffico dei farmaci rubati

Manca il terzo giudice per comporre il collegio al Tribunale di Monza e slitta a settembre il processo per il quarto troncone dell’inchiesta sul riciclaggio di farmaci ospedalieri, destinati alla cura del cancro e di malattie rare, risultati rubati. La causa del rinvio del dibattimento, lo stesso che ha già colpito anche altri processi eccellenti, è il trasferimento all’ufficio gip di una giudice e la maternità di un’altra collega, che solo per metà sono state rimpiazzate da nuovi arrivi, nonostante la sollecità richiesta di sostituzione.

Per l’inchiesta sui farmaci, alla sbarra sono rimasti una decina di imputati, persone fisiche e società, tra cui la monzese ‘Equi-Farma’ (i cui titolari hanno patteggiato la pena). Tutto nasce dalle indagini dei carabinieri del Nucleo anti sofisticazioni di Milano che nel 2015 aveva fatto scattare 19 arresti a vario titolo per associazione a delinquere, ricettazione, riciclaggio e commercio internazionale di farmaci rubati nonchè commercio di medicinali guasti e aveva portato al sequestro di medicinali per circa 3 milioni di euro e beni agli indagati per circa 23 milioni di euro ritenuti l’ingiusto profitto dei traffici dei medicinali ad alto costo: rubati da grossisti o durante la consegna negli ospedali italiani e rivenduti all’estero, a volte anche senza essere conservati alle giuste temperature.

La pm monzese Franca Macchia ha già ottenuto diversi patteggiamenti e condanne con il rito abbreviato e al dibattimento, mentre in un caso alcuni imputati di una farmacia in provincia di Sondrio, difesi tra gli altri dall’avvocato Raffaele Della Valle, condannati in primo grado al Tribunale di Monza, sono stati poi assolti con formula piena in appello. Ora da giudicare restano i corrieri dei medicinali che ‘scottavano’, alcuni latitanti. La ‘Roche’ e ‘Novartis’ si sono costituiti parti civili al processo.

S.T.