
Qui pure le poesie sono canti dai mobilifici. La Brianza fa così rima con arredo, legno e design che qualche anno fa anche l’antologia poetica data alle stampe da un gruppo di autori del territorio era stata intitolata non a caso “Canti dai mobilifici o maledizioni in Brianza“. Loro lo facevano per segnare una differenza rispetto all’immagine classica di queste terre, per provare a guardare oltre la cortina di villette ordinate, fabbriche operose e decoro borghese che è un po’ l’idea diffusa. E però, pure per mettere in versi notti solitarie e sguardi diversi lì andavano a parare. Perché il legame tra città come Lissone, Meda, Giussano e l’industria del mobile, la tradizione fatta di botteghe intente a lavorare il legno e suoi annessi e connessi, o a ideare nuove soluzioni per tutto quello che è il complemento del vivere, è qualcosa che affonda le radici in un passato di lunga lena, ma che molto spesso è ancora un solido presente e un assai probabile futuro.
E così è per tanti, tantissimi altri borghi brianzoli. Qualcuno oggi magari si è convertito ad altro, insegne storiche sono scomparse e qualche laboratorio ha lasciato il posto a condomini e attività meno in linea con il tipico orizzonte locale. A Lissone sta cambiando faccia persino un’icona visibile come il Palazzo del Mobile-Centofirme, in via di conversione in un Polo dello Sport, ad opera comunque di un imprenditore saldamente brianzolo come Sergio Longoni. In fondo tutto muta e nulla si ferma, ma dietro le trasformazioni più appariscenti la maggior vocazione produttiva e commerciale della Brianza resta ancora quella del design e del legno-arredo. Ci sono tuttora miriadi di botteghe che hanno decine di anni di storia, a volte quasi un secolo, sono magari alla terza o quarta generazione.
Grandi marchi e grandi ditte come Cassina e Molteni restano un binomio indissolubile con le città che le hanno viste crescere, ossia Meda e Giussano. A Lissone resiste e spesso ancora prospera un tessuto diffuso di decine e decine di realtà, anche medio-piccole, a volte molto specializzate, legate al mondo del design, che tengono alta la bandiera dell’eccellenza brianzola, esportando in tutto il mondo pezzi che raccontano il "saper fare" e la creatività di progettisti e artigiani del territorio. Lo si vede ogni volta durante la Milano Design Week, al Salone del Mobile e al FuoriSalone. D’altra parte, che qui si sia provetti mobilieri lo hanno scolpito a chiare lettere pure Carlo Emilio Gadda ne “L’Adalgisa“, con la sua "stansa de Lissòn", o uno storico come Cesare Cantù, che nella sua “Grande illustrazione del Lombardo Veneto“ raccontava che “gli abitanti di Meda si distinguono come esperti falegnami“.