FABIO LUONGO
Cronaca

Macchina del tempo. La bottega era poesia

Quando in Brianza regnavano le famiglie di legnamè

Macchina del tempo. La bottega era poesia
Macchina del tempo. La bottega era poesia

Qui pure le poesie sono canti dai mobilifici. La Brianza fa così rima con arredo, legno e design che qualche anno fa anche l’antologia poetica data alle stampe da un gruppo di autori del territorio era stata intitolata non a caso “Canti dai mobilifici o maledizioni in Brianza“. Loro lo facevano per segnare una differenza rispetto all’immagine classica di queste terre, per provare a guardare oltre la cortina di villette ordinate, fabbriche operose e decoro borghese che è un po’ l’idea diffusa. E però, pure per mettere in versi notti solitarie e sguardi diversi lì andavano a parare. Perché il legame tra città come Lissone, Meda, Giussano e l’industria del mobile, la tradizione fatta di botteghe intente a lavorare il legno e suoi annessi e connessi, o a ideare nuove soluzioni per tutto quello che è il complemento del vivere, è qualcosa che affonda le radici in un passato di lunga lena, ma che molto spesso è ancora un solido presente e un assai probabile futuro.

E così è per tanti, tantissimi altri borghi brianzoli. Qualcuno oggi magari si è convertito ad altro, insegne storiche sono scomparse e qualche laboratorio ha lasciato il posto a condomini e attività meno in linea con il tipico orizzonte locale. A Lissone sta cambiando faccia persino un’icona visibile come il Palazzo del Mobile-Centofirme, in via di conversione in un Polo dello Sport, ad opera comunque di un imprenditore saldamente brianzolo come Sergio Longoni. In fondo tutto muta e nulla si ferma, ma dietro le trasformazioni più appariscenti la maggior vocazione produttiva e commerciale della Brianza resta ancora quella del design e del legno-arredo. Ci sono tuttora miriadi di botteghe che hanno decine di anni di storia, a volte quasi un secolo, sono magari alla terza o quarta generazione.

Grandi marchi e grandi ditte come Cassina e Molteni restano un binomio indissolubile con le città che le hanno viste crescere, ossia Meda e Giussano. A Lissone resiste e spesso ancora prospera un tessuto diffuso di decine e decine di realtà, anche medio-piccole, a volte molto specializzate, legate al mondo del design, che tengono alta la bandiera dell’eccellenza brianzola, esportando in tutto il mondo pezzi che raccontano il "saper fare" e la creatività di progettisti e artigiani del territorio. Lo si vede ogni volta durante la Milano Design Week, al Salone del Mobile e al FuoriSalone. D’altra parte, che qui si sia provetti mobilieri lo hanno scolpito a chiare lettere pure Carlo Emilio Gadda ne “L’Adalgisa“, con la sua "stansa de Lissòn", o uno storico come Cesare Cantù, che nella sua “Grande illustrazione del Lombardo Veneto“ raccontava che “gli abitanti di Meda si distinguono come esperti falegnami“.