
La rivoluzione della mobilità monzese passa soprattutto da qui. Ma dopo il colpo battuto dal Parlamento, si attendono risposte anche...
Monza – La rivoluzione della mobilità monzese passa soprattutto da qui. Ma dopo il colpo battuto dal Parlamento, si attendono risposte anche dai territori, in particolare da Milano. Il prolungamento della metropolitana M5, con le sue 7 fermate previste in città, deve passare il vaglio della copertura degli extracosti, per i quali però non è ancora arrivata la stima precisa da parte di MM.
A luglio il Comune di Milano ha fatto sapere che mancherebbero 400 milioni per coprire i sovraccosti rispetto alla precedente stima di un miliardo e 296 milioni già finanziati. Da quel momento il panico collettivo, poi smorzato da un punto di svolta, a fine dicembre, con l’approvazione di un ordine del giorno in Parlamento con cui si è chiesto al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti una copertura per l’opera di 300 milioni di euro da distribuire in 30 milioni all’anno dal 2027 al 2036.
"Un impegno concreto, dal momento che gli ordini del giorno non vengono approvati casualmente – rassicura l’assessora alle Infrastrutture di Regione Lombardia Claudia Terzi –, e per cui siamo confidenti di arrivare al risultato". Sui restanti 100 milioni vacanti c’è ancora da discutere tra enti territoriali coinvolti, cioè Regione e i 4 Comuni su cui passerebbe la linea M5 una volta completa (Milano, Sesto, Cinisello e Monza).
Prima di stabilire chi copre quanto, c’è però da attendere il “preventivo” da MM, cioè "una relazione con computo metrico estimativo che giustifichi la revisione prezzi e i costi di alcune opere in variante decise a Cinisello", come osservano dall’associazione monzese Hq. Il sindaco di Monza Paolo Pilotto e l’assessora alla Mobilità Irene Zappalà si dicono fiduciosi del puntuale lavoro della società MM, che "in tutti gli anni del suo operato ha dimostrato grande efficienza", osserva il sindaco, e per cui c’è da considerare che il computo degli extracosti esige "un lavoro di verifica non irrilevante". Gli attivisti dell’associazione Hq sollevano invece degli interrogativi su quella che definiscono una "serafica lentezza", osservando come il Comune di Milano parrebbe invece "molto attivo nel sollecitare fondi per altre progettazioni di metropolitane urbane, per prolungamenti e linee parecchio indietro nell’iter e che richiederebbero almeno una quindicina di miliardi di euro che non ci sono", come i prolungamenti di M1, M2, M3 e M4.