BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Lo sciopero contro i tagli alla St: "Il piano cancella il primato del polo. Serve un progetto a esuberi zero"

Presidio sin dall’alba in via Olivetti, ma i primi a incrociare le braccia sono stati i turnisti di notte. La paura in Brianza è che dalla crisi parta un’onda capace di travolgere l’intero sistema industriale.

Presidio sin dall’alba in via Olivetti, ma i primi a incrociare le braccia sono stati i turnisti di notte. La paura in Brianza è che dalla crisi parta un’onda capace di travolgere l’intero sistema industriale.

Presidio sin dall’alba in via Olivetti, ma i primi a incrociare le braccia sono stati i turnisti di notte. La paura in Brianza è che dalla crisi parta un’onda capace di travolgere l’intero sistema industriale.

Una protesta "senza precedenti" in St, come senza precedenti è il rischio che corre il sito di Agrate: passare in secondo piano nel gruppo dei semiconduttori dopo aver cancellato almeno un migliaio di posti di lavoro, ma noi temiamo che i numeri saranno ancora più alti.

Ieri, presidio dall’alba in via Olivetti, ma i primi a incrociare le braccia sono stati i turni di notte: la paura in Brianza è un’onda che rischia di travolgere "un intero sistema industriale".

Perché St non è un’azienda, "ma l’azienda con la maiuscola". E attorno le ruota un indotto con altre migliaia di dipendenti. Il piano che cancella il primato del polo è "inaccettabile" per Fim, Fiom, Uilm e Usb che hanno chiesto ancora una volta che le prospettive "siano riscritte dai manager salvaguardando occupazione e futuro della fabbrica". "Serve un progetto a esuberi zero", insistono i sindacati.

"Oggi è partita la vera battaglia per difendere i posti di lavoro in Brianza, i tagli sono stati messi nero su bianco nonostante i fondi pubblici incassati con il Chips Act", sottolinea Vittorio Sarti, segretario della Uilm Lombardia ai cancelli. "L’azienda ha confermato la volontà di chiudere due reparti mettendo a rischio 800 addetti, è assolutamente necessario l’intervento del Governo: il piano deve essere cancellato e riscritto", rincara Enrico Vacca, alla guida della Fim provinciale.

"Oggi Agrate è l’agnello sacrificale della strategia di riduzione dei costi messa in campo da St a livello europeo – spiega Michele Solimando di Usb –. Mentre gli investimenti pubblici e privati vengono concentrati su Catania e Crolles, il polo brianzolo viene lasciato senza futuro, colpito nell’occupazione, senza garanzie per l’avvenire".

"La mobilitazione di ieri dimostra che la fabbrica è compatta e unita. I lavoratori non staranno a guardare mentre viene svuotato un sito storico, strategico e altamente produttivo – sottolinea Pietro Occhiuto, segretario della Fiom Brianza –. L’abbiamo ribadito in tutte le sedi istituzionali e ora lo gridiamo anche da qui: questo piano industriale non tutela l’occupazione, non garantisce una visione di lungo periodo e non valorizza le competenze. Va bloccato, riscritto e discusso pubblicamente. Chiediamo a Roma e alla multinazionale di assumersi fino in fondo le proprie responsabilità. Servono scelte coraggiose, innovazione e un disegno che investa davvero su Agrate. Non ci fermeremo, finché non ci sarà una proposta diversa".