Monza, travolto dopo una lite: quattro anni all'investitore

Rinviato a giudizio per concorso in omicidio stradale anche un ventenne: dopo l’alterco aveva chiuso la via alla vittima, scesa dalla macchina e investita da un trentenne che viaggiava ubriaco

I soccorsi in via Adda dopo l’investimento

I soccorsi in via Adda dopo l’investimento

Monza, 2 aprile 2020  - Patteggia la pena il trentenne di Concorezzo che, alla guida ubriaco, falciò un sessantenne in via Adda. E viene rinviato a giudizio per concorso in omicidio stradale il ventenne di Brugherio che aveva sbarrato la strada alla vittima dopo una lite stradale con inseguimento, inducendolo a scendere dalla sua vettura per un chiarimento, motivo per cui venne investito ed ucciso. È la decisione presa ieri dalla giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Monza Federica Centonze sulla tragedia che la notte di sabato 5 ottobre scorso è costata la vita ad Antonio Seria, residente a Caponago.

La giudice ha accettato la pena di 4 anni di reclusione concordata tra il pm titolare delle indagini, il sostituto procuratore monzese Vincenzo Fiorillo e il difensore del trentenne imputato di omicidio stradale aggravato dalla guida in stato di ebbrezza, l’avvocata Annalisa Tonelotto del Foro di Monza e ha mandato a giudizio il ventenne che era alla guida dell’altra auto coinvolta, che verrà processato il 12 ottobre dal Tribunale di Monza. Invano il difensore ha chiesto di mandarlo prosciolto dall’accusa di concorso in omicidio stradale sostenendo che la lite e l’inseguimento nulla c’entrano con la morte del sessantenne.

Il trentenne, che da Concorezzo si era trasferito all’estero per lavoro, ma era tornato in Brianza qualche giorno dalla famiglia, risulta avere, a parte una condanna per droga ormai datata, poi più alcun reato, un lavoro stabile e una famiglia alle spalle. Di certo però quel sabato notte aveva alzato il gomito perché il test dell’etilometro eseguito nell’immediatezza dei fatti dai carabinieri ha rilevato un risultato positivo con un valore di oltre 1,7 grammi per litro di sangue. La tragedia è avvenuta verso la 1.30 di domenica.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri, all’origine c’è stata una lite stradale (nata poco prima in viale Sicilia) tra la vittima, alla guida di una Nissan Micra e il ventenne di Brugherio, alla guida di un’Alfa 147, da cui era scaturito un inseguimento fino in via Adda, dove il giovane di Brugherio avrebbe superato e poi sbarrato la strada al sessantenne. A quel punto il caponaghese era sceso dal proprio veicolo, venendo investito dalla Volkswagen Polo con al volante il trentenne di Concorezzo, che sopraggiungeva in direzione Brugherio. Violentissimo l’impatto: il sessantenne era stato sbalzato ad una trentina di metri ed era morto sul colpo.

Sulla Alfa 147 con il giovane di Brugherio viaggiava un amico, entrambi rimasti illesi, mentre sulla Polo con il trentenne viaggiava una ragazza, rimasta lievemente ferita nello scontro e dal fatto che, dopo l’impatto, la Polo era finita fuori strada precipitando parzialmente in un burrone al lato della carreggiata. Sul posto erano arrivate l’automedica e le ambulanze inviate dall’Areu Monza e Brianza per trasportare i feriti lievi in ospedale, i vigili del fuoco di Monza e pattuglie di carabinieri e polizia locale monzesi.

Per il trentenne, dopo il test dell’etilometro, era scattato l’arresto. All’udienza di convalida il pm aveva chiesto per lui la convalida dell’arresto e la conferma della misura cautelare della custodia in carcere. La giudice aveva convalidato l’arresto ma aveva concesso all’indagato gli arresti domiciliari come chiesto dalla difesa del trentenne. Inizialmente nessuna contestazione era stata decisa nei confronti del ventenne. Poi invece il pm ha deciso di chiedere il suo rinvio a giudizio per il concorso nell’omicidio stradale, ritenendo che, se il giovane non avesse sbarrato la strada alla vittima, non lo avrebbe indotto ad aprire la portiera della sua vettura e scendere e non sarebbe morto. Una tesi che verrà discussa al processo.