STEFANIA TOTARO
Cronaca

L’iniezione sospetta e l’infezione. Una perizia farà luce sulle lesioni

Il processo al farmacista no vax di Renate: avrebbe fatto una puntura a un uomo senza disinfettante. L’accusa è di avergli danneggiato il braccio. La vittima ha poi subito una decina di interventi chirurgici.

Il farmacista di Renate era già salito alla ribalta delle cronache in epoca Covid per le accuse di aver rilasciato ai clienti tamponi negativi in realtà mai esaminati

Il farmacista di Renate era già salito alla ribalta delle cronache in epoca Covid per le accuse di aver rilasciato ai clienti tamponi negativi in realtà mai esaminati

Sarà sottoposto a una perizia medico legale il 50enne di Renate che accusa il farmacista del paese di essersi offerto nel 2019 di fargli le infiltrazioni al braccio dolorante, portandolo nel retrobottega dove, sostiene la vittima, gli ha iniettato nel gomito (e senza sterilizzare o disinfettare) un antinfiammatorio. Causandogli un’infezione che gli ha “mangiato” l’osso dell’avambraccio sinistro, obbligandolo a subire una decina di interventi chirurgici e a mettere una placca in titanio in attesa di una protesi. L’ha deciso ieri la giudice del tribunale di Monza, Giulia Marie Nahmias, al processo che vede Marco S., imputato di lesioni colpose gravi ed esercizio abusivo della professione. Il 50enne si è costituito parte civile al processo nei confronti del farmacista, già salito alla ribalta delle cronache nel gennaio 2022 come no vax per le accuse di non essersi sottoposto correttamente ai vaccini Covid e per avere rilasciato anche ai clienti tamponi negativi in realtà mai esaminati. L’imputato nega tutto. Persino che il fatto raccontato dalla presunta vittima sia proprio avvenuto. E sua sorella, chiamata a testimoniare dalla difesa dell’imputato, ha aperto la strada a questa ricostruzione. "Conosco il signore, è un cliente della farmacia, veniva a comprare sedativi e ansiolitici, ma non è mai venuto a lamentarsi con noi per quello che gli era successo e neanche quando l’abbiamo incontrato per strada ci ha mai detto niente - ha dichiarato la donna, a sua volta farmacista e che da sempre gestisce il negozio di Renate insieme al fratello -. Nel retro della farmacia c’è un tavolo con due sedie ma i farmaci li teniamo in magazzino, dove non ci sono tavoli. L’iniezione del farmaco di cui parla il signore non potrebbe farla neanche un medico di base". Il consulente medico della difesa inoltre sostiene che "nella documentazione clinica non risulta la non disinfezione del gomito prima dell’iniezione sostenuta dalla vittima che, se lo avesse detto ai medici, l’avrebbero senz’altro annotato. Poi non c’è prova che il paziente abbia assunto la terapia antibiotica che gli era stata prescritta per evitare la gravissima infezione". Ieri il rappresentante della pubblica accusa era pronto a discutere il processo. È stato il difensore di parte civile del paziente a sollecitare la giudice a disporre una perizia medico legale che accerti il nesso causale tra la condotta contestata al farmacista e le lesioni riportate dal 50enne. Si torna in aula a fine maggio per la nomina dell’esperto.