
Scesa dal pullman per andare al lavoro, aveva trovato il suo ex con la macchina ricoperta da un lenzuolo su cui aveva tracciato la scritta: "Sei la più bella". Una frase romantica per riconquistare la ragazza che amava, ma per la giovane invece l’ennesimo episodio di stalking che durava ormai da un anno.
Un comportamento che è valso a K.A., un 30enne italiano di origini egiziane, la condanna del Tribunale di Monza a 1 anno e mezzo di reclusione con il rito abbreviato per una serie di condotte e atti persecutori nei confronti della sua ex fidanzata, una coetanea monzese. Il giudice non ha concesso all’imputato la sospensione condizionale della pena e quindi non decadono le misure cautelari del divieto di dimora a Monza e di avvicinamento alla vittima. Come sarebbe accaduto se fosse stato accolto il patteggiamento della pena che la difesa del 30enne aveva proposto. La 30enne si è costituita parte civile al processo, rappresentata dall’avvocata Altea Napolitano, ottenendo il riconoscimento di un diritto al risarcimento dei danni. Dopo l’episodio del lenzuolo lo scorso settembre il 30enne era stato arrestato dagli agenti della Questura di Monza. Perché era emerso che già da un anno il giovane perseguitava la ragazza con cui aveva intrecciato una relazione (durata peraltro un mese) un anno fa, ma che lui aveva continuato a importunare, pedinare, seguire persino mentre andava al lavoro col pullman. Lui, sempre alle calcagna, si presentava sul posto di lavoro della giovane e aveva tentato di attaccare discorso anche con sua sorella, sostenendo che "altrimenti mica poteva sposarla a distanza". K.A. risultava già gravato da un provvedimento d’ammonimento emesso dal Questore Marco Odorisio perché, nonostante l’espressa volontà della giovane di interrompere qualsiasi di rapporto, il 30enne aveva iniziato a importunarla con continui messaggi e telefonate, anche anonime, e a cercarla sul posto di lavoro. Nonostante l’ammonimento, l’uomo aveva continuato a molestarla. A quel punto, estenuata, la vittima aveva sporto querela e la polizia aveva attivato il “Codice rosso”. Recentemente l’uomo aveva contattato telefonicamente la sorella della donna chiedendole di fissare un incontro con la ex. Una serie di comportamenti che avevano ingenerato nella donna un pressante stato d’ansia e timore per la sua incolumità, accentuatosi negli ultimi tempi per la continua presenza del 30enne nei pressi di un bar poco lontano dal posto di lavoro. La Procura di Monza stava già indagando nei confronti di K.A. quando è scattato l’arresto.
Stefania Totaro