Le ombre. Famiglie povere e salari bassi

L’assessore Riva: "Siamo 56esimi nel conteggio dei giovani non occupati e che non studiano".

Le ombre. Famiglie povere e salari bassi

Le ombre. Famiglie povere e salari bassi

Tanti segnali positivi in termini di crescita economica, ma anche ombre non trascurabili. Due aspetti in particolare oscurano un dato che all’apparenza sembrerebbe solo incoraggiante: le diseguaglianze sulla distribuzione del reddito e le difficoltà dei giovani ad inserirsi nel mondo del lavoro. "Le condizioni generali della vita su Monza e Brianza sono migliorate, perché 90 indicatori complessivi non si sbagliano – spiega l’assessore al Welfare di Monza Egidio Riva – tuttavia c’è qualche indicatore che desta preoccupazione e invita l’Amministrazione ad un impegno per migliorare: per quel che concerne il dato su famiglie con Isee basso, il nostro 16esimo posto è migliorabile dato che siamo la provincia al primo posto in ricchezza e consumi, così come il 22esimo posto in beneficiari di reddito di cittadinanza. Dobbiamo stare attenti che l’aumento della ricchezza non porti ad un aumento di disparità. Le difficoltà – prosegue l’assessore – sono soprattutto per le famiglie numerose, per quelle che hanno almeno uno straniero, per chi ha un lavoro poco qualificato o più in generale per chi pur lavorando è povero". Da qui la riflessione sui giovani: "La novità della nostra epoca è il lavoro povero, i salari sono bassi. Qui la politica deve intervenire per ridurre le diseguaglianze, soprattutto per i giovani, spesso scoraggiati per il loro avvenire vedendo lo stato delle cose, e il 56esimo posto di Monza e Brianza nel conteggio dei Neet, cioè dei giovani che non lavorano e non studiano, è da prendere molto sul serio".

A fare il paio con la riflessione di Riva è quella dei sindacati. Spiega Luca Mandreoli, responsabile politiche sociali di Cgil Brianza: "Già dalla scuola i ragazzi vivono una mentalità di competitività estrema che li sovrasta. Tutto è teso ad eccellere, nel senso però di mettersi in mostra e di prevalere sull’altro, così come avviene sui social. I ragazzi più deboli soffrono questa mentalità e si lasciano andare". Per i lavoratori però la situazione non è di molto migliore: "Un problema grande come una casa, anche nella nostra provincia, è il lavoro povero. Un lavoro sempre più connotato da redditi bassi per i dipendenti, con contratti pirata stipulati con organizzazioni sindacali non rappresentative, e l’abuso di esternalizzazione di lavoro alle cooperative, con tassi di precariato sempre più ingenti. Siamo la prima provincia per ricchezza e consumi, ma i nostri sportelli di educazione finanziaria per aiutare i lavoratori che diventano poveri sono sempre imballati di persone".

A.S.