BARBARA CALDEROLA
Cronaca

L’arte libera di un genio ribelle. Carnà e le sue “Uova di Gallo“

Le sale del Museo del territorio a Vimercate ospitano una mostra personale dedicata all’artista brianzolo

L’arte libera di un genio ribelle. Carnà e le sue “Uova di Gallo“

Marco Colombo in arte Carnà, omaggio al suo paese di nascita Carnate

A fargli torto basterebbe la definizione di artista brianzolo, che frettolosamente qualcuno gli ha appiccicato. Marco Carnà all’anagrafe si chiamava Colombo. Il cognome di migliaia di lombardi, di milanesi e monzesi. Scelse di non essere uno qualunque non solo nei propri lavori, ma nel nome, che faceva eco alla definizione dialettale del paese dove nacque, Carnate, nel 1929. Lì dove morì, nella sua casa della frazione di Passirano, ormai 91enne, nel 2021. Carnà era pittore, scultore, poeta. Un grande del Ventesimo e Ventunesimo secolo, ma ancora in parte sconosciuto. Un vuoto che il Must, il Museo del territorio di Vimercate, vuole riempire con una mostra che aprirà i battenti sabato 21 settembre e che è già quasi completamente allestita, negli spazi di via Vittorio Emanuele 53. Solido esponente delle avanguardie artistiche del Novecento, proprio nel territorio inizia la propria formazione: nel periodo della guerra, fra il 1941 e il ‘44, frequenta il Collegio Ballerini, scuola professionale. Fra i primi lavori la decorazione della chiesa di Carnate. Ma già dal 1964 Carnà prende il volo verso Milano. O meglio, verso il quartiere delle Botteghe di Sesto San Giovanni. Nell’allora realtà industriale e operaia nasce una scuola artistica, dove spiccano Piero Manzoni ed Enrico Castellani, ma anche Agostino Bonalumi, Lino Marzulli, Lino Tiné, Luciano Fabbri e molti altri. Una bohème lombarda fatta di studio, rappresentazione della vita, ma anche intersezioni con la pubblicità e la grafica. “Uova di Gallo“, il titolo della mostra, rappresenta i lavori dell’autore fra il 1961 e il 1968, in una selezione che cerca di renderne la poliedrica vocazione di uomo indipendente. "Sui miei fallimenti ho costruito la mia libertà", rivendicava orgoglioso. Spirito internazionale, capace di lavorare con l’attitudine dell’uomo medievale davanti a Dio, nella realizzazione delle vetrate per il Duomo di Monza, e di rappresentare le inquietudini dei personaggi di Dante, Gogol’ o Lautréamont, in grado di esporre a Milano, Roma, Parigi, Zurigo, Toronto, Minsk, ma anche di restare radicato nella sua terra. Senza provincialismo.

Come quella volta che un industriale lombardo, fiero del suo successo e in cerca di un ornamento per il proprio salotto, chiese al pittore un bel paesaggio della Brianza, mostrandogli la propria limitata prospettiva artistica. Carnà si alzò, aprì la finestra e gli indicò la vista: "Qui ce ne sono finché ne vuole". La mostra è visitabile dal 21 settembre al 15 dicembre. Mercoledì-giovedì dalle 10 alle 13. Venerdì, sabato e domenica: 10-13, 15-19. Biglietti (mostra e museo): 5 euro. Ridotto 15-24 anni e residenti: 3 euro. Gratis under 14. Famiglie: 8 euro.