DARIO CRIPPA
Cronaca

Arengario sfregiato con il graffito anti-militari: indagati tre attivisti del Boccaccio

Perquisizioni nelle abitazioni di tre militanti extraparlamentari dopo le proteste contro l’Italian Raid Commando. La notizia resa nota con un comunicato dal centro sociale, che attacca il sindaco Paolo Pilotto

La scritta tracciata a maggio sulla parete dell’Arengario di Monza

La scritta tracciata a maggio sulla parete dell’Arengario di Monza

Monza, 24 luglio 2025 – C’era da attenderselo, forse. Gli agenti della Questura di polizia di Monza hanno acceso i fari sul centro sociale Boccaccio e hanno perquisito le case di tre suoi attivisti. Stavolta però sotto i riflettori non sono finiti film autoprodotti come “Colpo di Grazia” (la vicenda processuale si è conclusa con due condanne a 600 euro di multa). E neppure nei guai per furto di energia elettrica sono finite le ultime occupazioni.

Stavolta nell’occhio del ciclone ci sono le scritte antimilitariste comparse in città in occasione dell’ultimo l’Italian Raid Commando, l’esercitazione sportivo-militare organizzata da Unuci (l’Unione nazionale ufficiali in congedo d’Italia), in collaborazione con il ministero della Difesa e che è terminata con una parata militare in città.

Un evento già organizzato in passato, ma che stavolta, visti venti di guerra (vera) dietro l’angolo, aveva spinto mondo antagonista e pacifisti a una protesta feroce. Di qui la scritta tracciata da mani ignote sull’Arengartio di Monza: "Fuori i militari da Monza“. Il sindaco di Monza, Paolo Pilotto, che è anche professore, aveva reagito molto duramente: "La nostra città si è svegliata con un grave sfregio che imbratta uno dei monumenti simbolo di Monza".

Per cancellare la scritta, (pare tracciata con una vernice molto aggressiva) c’è voluto del bello e del buono. Intanto erano partite le indagini.

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La protesta a Monza

Ne dà notizia lo stesso Boccaccio, con un lungo comunicato: "La mattina di mercoledì 3 luglio 2025 tre nostri compagni sono stati perquisiti dalla polizia presso le loro abitazioni a Monza e in Brianza, in relazione a un’indagine avviata dalla Procura di Monza su denuncia del sindaco Pilotto. I fatti contestati si riferiscono alla comparsa a Monza di alcune scritte contro la guerra, il riarmo e la presenza dei militari nelle città, per le quali si ipotizza il reato di imbrattamento e vilipendio delle forze armate".

Nel mirino del centro sociale, la parata militare, vista come "presenza sempre più invasiva e finalizzata ad abituare la popolazione alla “normalità della guerra”, ai suoi linguaggi e ai suoi strumenti: presidi, attacchinaggi, flash mob, volantinaggi e azioni di sensibilizzazione si sono alternati durante quei giorni in maniera serrata, restituendo l’idea di un territorio animato da un profondo sentimento antimilitarista".

E poi gli strali contro il sindaco Pilotto, il suo "silenzio assordante", e la decisione di "sporgere denuncia contro ignoti, innescando l’indagine che ha portato alle perquisizioni". Conclusione? "Solidali e complici con chi è indagato!".