STEFANIA TOTARO
Cronaca

La vita d’inferno di due fratellini. Percosse, morsi e lividi in faccia. Bimbi salvati dalla mamma violenta

I piccoli di 6 e 2 anni costretti anche ad assistere a incontri della donna con sconosciuti: 40enne condannata

Tre anni e mezzo di reclusione per la mamma imputata di maltrattamenti nei confronti dei due figlioletti. La condanna, la stessa che era stata chiesta dalla pubblica accusa, è stata decisa dalla giudice del Tribunale di Monza Giulia Marie Nahmias per una 40enne di Seregno accusata di gravi comportamenti nei confronti dei suoi bambini. Al processo si è costituito parte civile l’ex marito della donna, di 10 anni più grande, padre dei piccoli, che ha ottenuto a loro favore una provvisionale sul risarcimento dei danni di 10mila euro ciascuno. Il capo di imputazione, che contesta fatti che sarebbero avvenuti tra il 2013 e il 2018 quando la bambina di 6 anni e il fratellino di neanche 2 anni erano stati allontanati dalla casa familiare e affidati al padre dal Tribunale nel corso della separazione tra i coniugi, parla di “percosse“, in un’occasione “un morso sul braccio“ alla femminuccia e “un vistoso ematoma sul volto“ del maschietto.

Secondo l’accusa, negata dall’imputata, i figlioletti sarebbero stati “costretti a vivere in una situazione di incuria e sporcizia, a vederla spesso sotto l’effetto di sostanze alcoliche, ad assistere a manifestazioni affettuose con altri uomini, ospitati a dormire presso la sua abitazione“ e anche ad assistere a “rapporti sessuali che avvenivano nella stessa camera dove i minori dormivano“ nonché ad essere spettatori “alle offese e alle minacce e alle aggressioni fisiche con pugni e schiaffi poste in essere nei confronti del loro padre“. Un comportamento ritenuto dalla pubblica accusa così grave da “gettare i bambini in una condizione di prostrazione e di sofferenza psicologica per il clima familiare vissuto“. Ora si attende che la motivazione della sentenza di condanna venga resa nota dalla giudice per capire se tutte o quali di queste accuse sono state ritenute provate per dichiarare la penale responsabilità della donna. Dal canto suo l’imputata ha negato di avere mai maltrattato i figlioletti e si difende sostenendo che le accuse sono scattate in un periodo di grossa conflittualità dove era in corso la fase di separazione dall’allora marito.