DARIO CRIPPA
Cronaca

La signora degli occhi. Trapianti di cornea. Una scienziata dietro le quinte

Dall’ospedale San Gerardo è stata nominata ai vertici della Sibo "Le donazioni sono fondamentali, abbiamo solo 24 ore per prelevare".

La signora degli occhi. Trapianti di cornea. Una scienziata dietro le quinte

La signora degli occhi. Trapianti di cornea. Una scienziata dietro le quinte

Il suo mestiere è ridare la vista. Se persone che ne hanno una gravemente compromessa per patologie corneali, possono tornare a vedere, lo si deve prima di tutto alle donazioni. A ottimi chirurghi. E a chi lavora “dietro le quinte” senza avere un rapporto diretto col paziente come confida Francesca Pateri, dirigente biologo. È di Giussano, dove ha sempre voluto restare anche quando la carriera avrebbe potuto portarla altrove, e da qualche giorno è la nuova vicepresidente della SIBO, Società Italiana Banche degli Occhi. Di cui il prossimo anno per statuto diventerà la nuova presidente.

"Ero già il segretario tesoriere, ho sempre collaborato con l’associazione che riunisce le 12 Banche degli Occhi italiane. Il nostro intento è unire le Banche degli Occhi e formare un gruppo italiano strutturato".

L’ambito trapiantologico è spesso misconosciuto.

"Le Banche degli Occhi raccolgono, lavorano e distribuiscono i tessuti oculari. Promuoviamo le donazioni, ancora non sufficientemente diffuse in tutta Italia. Lavoriamo le cornee donate, controlliamo la loro idoneità: le analizziamo approfonditamente e verifichiamo criteri biologici come la vitalità e la morfologia. Al termine assegniamo ai medici che devono effettuare i trapianti ogni cornea, dopo che è stata certificata secondo Linee Guida stabilite dal CNT- Centro Nazionale Trapianti".

Linee guida molto rigorose?

"Dobbiamo fornire il prodotto migliore. La certificazione ha un ruolo fondamentale per garantire l’idoneità dei tessuti oculari. Dietro un trapianto, c’è un lavoro di laboratorio molto accurato, i tessuti devono avere garanzie di idoneità cliniche e biologiche. E anche dopo il trapianto, manteniamo i contatti con i chirurghi per il follow-up post operatorio. Lavoriamo anche per sviluppare tecniche innovative: il futuro ad esempio prevede la preparazione di lembi per trapianto , prodotti che derivano dalla cornea".

Come va con le donazioni?

"La Banca degli Occhi di Monza è il secondo centro in Italia dopo Venezia: insieme forniamo oltre la metà delle cornee per trapianto in tutta Italia. Nel 2023 si parla di circa 5.600 cornee ricevute".

Non è semplice.

"Una cornea va prelevata entro 24 ore, tanto è vero che negli anni dell’emergenza Covid, con la necessità di effettuare i tamponi sui donatori, siamo stati costretti ad eliminare molte cornee, il tempo necessario per attraversare un territorio, dal traffico alle difficoltà logistiche, unito a quello necessario per effettuare e processare i tamponi, rendeva purtroppo spesso le cornee ormai inservibili. È sempre una lotta contro il tempo. Per fortuna ci siamo ripresi".

Al rinnovo della carta di identità si può già indicare la volontà di donare i propri organi.

"Questo ha senza dubbio facilitato le cose, quando è stata espressa una volontà non è necessario confrontarci con i familiari delle vittime in un momento così difficile e doloroso. Esiste un Sistema Informativo Trapianti (SIT) a cui possiamo accedere dove risulta la volontà alla donazione qualora sia stata espressa in vita".

Tessuti sempre preziosI?

"Accettiamo cornee dai 5 agli 85 anni, spesso contrariamente a quanto si potrebbe immaginare la cornea di un anziano può rivelarsi idonea quanto quella di un giovane che può per vari motivi avere meno cellule endoteliali. La cornea è un tessuto largamente prelevabile".

A cosa serve una cornea?

"Ci sono tante importanti patologie che possono essere corrette, distrofie endoteliali che comportano a lungo andare la perdita di trasparenza della cornea con conseguente perdita di vista fino alla quasi completa cecità. La cornea è costituita da tanti strati, uno sopra l’altro. E sostituire una cornea consente di curare ad esempio il cheratocono, una malattia progressiva della cornea che insorge solitamente nell’infanzia fino alla pubertà e progredisce fino ai 35-40 anni, in cui la cornea tende ad assumere una forma a “cono” sempre più sporgente: problema per cui non basta un paio di occhiali. Il trapianto con una cornea idonea può far ripristinare una curvatura perfetta".

Parlava di nuove tecniche.

"Oggi si va sempre più verso trapianti di porzioni di cornea, il nostro lavoro consiste nel preparare lembi pre tagliati richiesti dal medico per un trapianto parziale. La Banca degli Occhi ha gli strumenti per fornire al medico la parte necessaria".

Ci parli della sua vita… una donna di scienza

"Ho quasi 50 anni, sono sposata e parto come biologa. Figlia di una famiglia con avi notai, ho studiato al liceo classico di Desio, il latino e il greco mi hanno molto aiutata. Ho sempre adorato andare alle origini, della cultura e della vita".

Non ha mai smesso.

"Sono specializzata in biochimica clinica e biologia molecolare clinica. Lavoravo nel settore della biologia molecolare al San Paolo di Milano, poi dopo la specializzazione in Biochimica Clinica conseguita alla facoltà di medicina e chirurgia, necessaria per diventare dirigente ospedaliero, ho vinto un concorso e dal 2011 sono al San Gerardo di Monza. Ho sempre adorato il laboratorio che pur “dietro le quinte” fornisce importanti strumenti per studiare le cause delle varie patologie".

Un lavoro di grande responsabilità…

"Si e da quest’anno collaboro anche attivamente col centro nazionale trapianti come ispettore".

Cosa l’ha stupita?

"Nonostante i miei studi scientifici, non ho mai smesso di credere come molti avrebbero potuto pensare: dinanzi alla perfezione della vita e del corpo umano che andavo via via scoprendo, mi sono convinta che non possa che anche esserci qualcosa di altro".