ALESSANDRO SALEMI
Cronaca

Monza, la poesia negli scatti di Saul Leiter: al Belvedere tutte le emozioni delle gocce di pioggia alla finestra

La prima grande retrospettiva italiana sul fotografo del ‘900 ancora poco noto nel Paese. In mostra 200 opere che raccontano un artista eclettico e delicato, capace di innalzare l’ordinario

A Monza la prima grande retrospettiva italiana sul fotografo del ‘900 ancora poco noto Saul Leiter

A Monza la prima grande retrospettiva italiana sul fotografo del ‘900 ancora poco noto Saul Leiter

“Una finestra punteggiata di gocce di pioggia“. È questo il titolo evocativo della prima grande retrospettiva italiana dedicata a Saul Leiter, grande fotografo del ‘900 ancora poco conosciuto in Italia, ospitata da oggi fino al 27 luglio al Belvedere della Villa Reale di Monza. Una mostra che promette di replicare il successo appena riscosso ad Amsterdam, con 57mila visitatori, e di raccogliere l’eredità lasciata dalla recente esposizione al Belvedere su Vivian Maier, capace di attrarre quasi 40mila appassionati.

Curata dalla francese Anne Morin e prodotta ancora una volta da Vertigo Syndrome (in collaborazione con diChroma photography), la rassegna riunisce 126 fotografie in bianco e nero, 40 a colori, 42 dipinti, materiali d’archivio originali e un raro documento filmico. In tutto 200 opere che raccontano un artista eclettico e delicato, capace di trasformare l’ordinario in sublime poesia visiva.

Leiter, pittore prima ancora che fotografo, non cercava la spettacolarità della metropoli. Il suo obiettivo non era catturare la modernità spavalda e rumorosa di New York, ma piuttosto i suoi angoli più nascosti, i gesti sottili, le atmosfere ovattate. Vapore, ombrelli, riflessi, vetri appannati, pioggia, neve: elementi quotidiani che diventano protagonisti di "haiku visivi", come li definisce la curatrice.

"Leiter si divertiva con ciò che vedeva. Non era interessato al carattere egemonico di New York o alla sua mostruosa modernità – spiega Anne Morin –. Inventava giochi ottici, intrecci di forme e piani che nascondono e rivelano ciò che giace negli intervalli, nelle vicinanze, nei margini invisibili".

La mostra, nelle sale ben illuminate e dall’atmosfera intima del Belvedere, si sviluppa in tre assi principali interconnessi tra loro: foto in bianco e nero, foto a colori ritoccate a mano, e dipinti veri e propri. Il percorso include anche i celebri scatti di moda pubblicati su Harper’s Bazaar e Esquire, maturati con lo stesso spirito dei suoi lavori più intimi, sempre segnanti. La sua estetica, in controtendenza rispetto al documentarismo dell’epoca, abbraccia l’imperfezione: fotografa dietro a vetri appannati, tulle, tende, pioggia e neve. Non cerca la chiarezza, ma l’emozione.

"Non ho una filosofia. Ho una macchina fotografica – diceva Leiter –. Le mie fotografie sono frammenti di possibilità infinite". Una visione che ha influenzato generazioni di fotografi e che oggi viene riscoperta con rinnovato entusiasmo. Lontano dalle luci della ribalta, refrattario alla fama, l’artista ha lasciato un’eredità visiva ricca e sorprendente. Dopo la sua morte nel 2013, sono emerse numerose opere inedite, tra cui una serie di nudi artistici frutto della complicità creativa con alcune donne della sua vita (esposte nella sezione “In my room“). La mostra è visitabile da mercoledì a domenica (e festivi) dalle 10.30 alle 20. Il biglietto intero costa 16.50 euro, ridotto 14 euro, ridotto Musei civici 12 euro, e per bambini dai 7 ai 12 anni è a 6 euro.