BARBARA CALDEROLA
Cronaca

La Collezione. Bontempi e quel rapporto tra bimbi e artisti

In città è nato uno dei progetti didattici più originali del Dopoguerra: rapporto diretto fra una classe di quarta elementare...

In città è nato uno dei progetti didattici più originali del Dopoguerra: rapporto diretto fra una classe di quarta elementare...

In città è nato uno dei progetti didattici più originali del Dopoguerra: rapporto diretto fra una classe di quarta elementare...

In città è nato uno dei progetti didattici più originali del Dopoguerra: rapporto diretto fra una classe di quarta elementare e i grandi artisti del Novecento, che donarono con generosità le loro opere ai piccoli alunni. Un tesoro di quadri, lettere, incisioni, poesie diventati la Collezione Bontempi, un fondo unico in Italia, di proprietà del Comune. Fra le firme che risposero all’invito dei piccoli brianzoli, Salvatore Quasimodo, Sibilla Aleramo, Lucio Fontana, Aligi Sassu, Ernesto Treccani, Michele Cascella, Corrado Govoni, Mario Luzi, Arnaldo Pomodoro, Giorgio Caproni. La cultura del secolo scorso. Nacque tutto dalla domanda di uno scolaro di 8 anni al maestro Enzo Bontempi: "Ma gli artisti sono morti?". Per rispondere il docente scrisse agli autori, che risposero inviando ciascuno un contributo. Cominciò così una corrispondenza piena di tenerezza, che ha proiettato quei ragazzini nell’Olimpo delle arti, facendoli destinatari di doni preziosi.

Ci sono anche 26 autografi letterari, custoditi accanto alla gigantografia color seppia di quella classe da cui tutto cominciò. Durò sei anni, dal 1957 al 1963, fino al trasferimento dell’insegnante che prima di andarsene consegnò tutto all’Amministrazione. Una stagione indimenticabile, segnata dalla personalità di Bontempi che ebbe il merito di portare la grande cultura a misura di bambino. Il fondo conta 84 opere ed è custodito alla scuola elementare di via Battisti, è aperto al pubblico in occasioni speciali come Ville Aperte.

Bar.Cal.