LORENZO BISES
Cultura e Spettacoli

Ereditare la bellezza

Bises Sapete quando siete aperti al dialogo, al confronto e alle infinite possibilità della vita? Si ritrova un’energia diversa, una visione...

Bises Rispetto a metropoli, mete esotiche, cosmopolite città internazionali, Milano è un po’ un villaggio da fiaba Disney. Ci conosciamo...

Bises Rispetto a metropoli, mete esotiche, cosmopolite città internazionali, Milano è un po’ un villaggio da fiaba Disney. Ci conosciamo...

Bises Sapete quando siete aperti al dialogo, al confronto e alle infinite possibilità della vita? Si ritrova un’energia diversa, una visione più ampia tra orizzonti e dialogo. Sono convinto che poi il meglio ti raggiunge. Nei momenti in cui la curiosità stimola pedalate e forsennate scoperte mi si aprono mondi paralleli di bellezza e novità, un circuito di tappe e liste su un taccuino che spero di non interrompere mai. L’ultimo scorcio milanese rappresenta proprio la fame di conoscenza e storia che mi sazia, un indirizzo che è stato un prezioso consiglio trasformato subito in un appagante pomeriggio di falsa primavera mentre il cielo minacciava malumori.

Atelier Pellini non è l’ennesimo bistrot dalla proposta scandinava e veg ma l’eredità storica artistica di Eugenio e Eros, padre e figlio scultori radicati in una Milano tra la scapigliatura e le avanguardie del Novecento. Nel 1903 Eugenio, classe 1864, fa costruire una palazzina in Porta Romana dove poter allestire il suo laboratorio, qui si adopera a sperimentare i temi contemporanei dell’istruzione, dei volti malinconici e romantici di madri piangenti, bambini monelli e angeli dai tratti sempre più umanizzati. Il Cimitero Monumentale è un luogo che ripercorre la sua visione, attraverso la scultura Liberty plasma dolore ed emozioni, le sinuose forme non sono mai sensuali ma evocative di un passaggio verso l’ignoto.

Il figlio Eros segue le orme del padre e ne acquisisce il talento aggraziato dal suo maestro Adolfo Wildt, con lui ritorna dapprima il classicismo pulito nelle proporzioni e nelle statiche pose, poi la maturità di uno sguardo deciso, di un allungamento delle forme a creare un rapporto quasi di sfida e vicinanza con l’osservatore. A oggi l’atelier vive di ricordi e ricerca, si respira ancora l’anima di Eros, come se fosse uscito a cercare ispirazione dimenticando il cappello sull’attaccapanni.