
Tribunale (foto d'archivio)
Due anelli in oro con fondi di bottiglia al posto di brillanti in cambio di due pellicce e 4.500 euro in contanti. Così una sessantenne di Genova, F.C., in compagnia di un’altra donna romena mai identificata, avrebbero raggirato una anziana e facoltosa vedova che vive tra Montecarlo e Lissone, approfittando delle sue labili condizioni di salute psichica. La genovese si ritrova ora imputata di circonvenzione di incapace in un processo iniziato ieri al Tribunale di Monza. A ricostruire in aula la vicenda, che risale al 2014 quando la presunta vittima aveva 77 anni, è stata una delle due figlie, che con la madre si sono costituite parti civili al dibattimento. "Mia mamma mi ha raccontato che le due donne hanno citofonato a casa sua a Lissone vantando un’amicizia in comune con una vedova che vive nel Principato di Monaco - ha dichiarato la 59enne - e, approfittando del fatto che mia mamma adora i gioielli, le hanno proposto lo scambio tra gli anelli e le due pellicce di zibellino e cincillà, oltre al pagamento di 9mila euro in contanti. Fortunatamente in banca a mia mamma hanno dato soltanto 4.500 euro. Quando ho chiamato F.C. mi ha detto che la merce era già partita per la Svizzera". Secondo la 59enne, la madre soffre di un disturbo bipolare e non è la prima volta che cade vittima di persone che approfittano della sua fragilità per attaccare il suo patrimonio, tanto che dopo questi episodi alla vedova è stato nominato un amministratore di sostegno. "Anni fa ha ospitato un giovane pittore a cui ha sborsato varie somme di denaro con la scusa che lui doveva mantenere la figlia avuta da una donna russa che non gliela faceva vedere - ha raccontato la 59enne - Un’altra volta nel Principato di Monaco ha scambiato la sua utilitaria con un tappeto persiano. L’ultimo episodio risale al 2016, quando è stata avvicinata da una specie di Barbie bulgara che diceva di essere una stilista e le ha venduto abiti per almeno 40mila euro. A un altro giovane incontrato ha venduto la nuda proprietà dell’appartamento di Lissone". L’imputata nega di avere circuito l’anziana. Si torna in aula il 4 marzo.
S.T.