REDAZIONE MONZA BRIANZA

“Ilaria Salis affronti il processo”. L’ira della deputata alla richiesta degli europarlamentari ungheresi

La parlamentare monzese si affida ai social per replicare alla richiesta di revocarle l’immunità. “L’assemblea di Strasburgo difenda lo Stato di diritto, Orbán è un tiranno”

Ilaria Salis fa parte del gruppo Avs (Alleanza verdi e sinistra) del Parlamento europeo

Ilaria Salis fa parte del gruppo Avs (Alleanza verdi e sinistra) del Parlamento europeo

Monza, 22 ottobre 2024 – "A breve sarà annunciata al Parlamento europeo di Strasburgo la richiesta di revoca della mia immunità da parte delle autorità ungheresi". Lo scrive sui social l'europarlamentare monzese di Avs (Alleanza verdi e sinistra) Ilaria Salis. "Non è una coincidenza che la trasmissione della richiesta al Parlamento sia avvenuta il 10 ottobre – spiega – il giorno successivo al mio intervento in plenaria sulla presidenza ungherese, quando ho criticato duramente l'operato di Orbán. Evidentemente, i tiranni faticano a digerire le critiche. Come ho già detto più volte, auspico che il Parlamento scelga di difendere lo stato di diritto e i diritti umani, senza cedere alla prepotenza di una “democrazia illiberale” in deriva autocratica che, per bocca anche dei suoi stessi governanti, in diverse occasioni mi ha già dichiarato colpevole prima della sentenza"

Il primo minstro ungherese Viktor Orbán è in carica dal 2010
Il primo minstro ungherese Viktor Orbán è in carica dal 2010

I reati contestati da Budapest

Risponde così, rinnovando le sue accuse al primo ministro ungherese in carica dal 2010 Ilaria Salis, commentando con dure parole la richiesta dei colleghi ungheresi che fanno capo al partito del primo ministro di toglierle lo “scudo” dell’immunità che le garantisce di non dover affrontare il processo per il quale è accusata di aggressione, lesioni in concorso e appartenenza a un’associazione estremista. Reati per i quali a Budapest rischia una condanna fino a 24 anni di detenzione"In gioco – sottolinea – non c'è solo il mio futuro personale, ma anche e soprattutto cosa vogliamo che sia l'Europa, sempre più minacciata da forze politiche autoritarie. Non sussistono le condizioni minime affinché in Ungheria possa svolgersi un processo giusto. Né per me, né per Maja, né per nessun oppositore politico, tantomeno se antifascista. Abbiamo già dimostrato cosa può la solidarietà. È tempo di mobilitarsi di nuovo, in nome dell'antifascismo, della democrazia e di una vera giustizia"