STEFANIA TOTARO
Cronaca

Il prestanome della ’ndrangheta: "Mamma, mi hanno ingannato"

Sette società operanti nei settori dell’edilizia, della logistica e delle pulizie, attive per un breve periodo, prima di essere abbandonate...

Arresti e sequestri eseguiti dalla Finanza

Arresti e sequestri eseguiti dalla Finanza

Sette società operanti nei settori dell’edilizia, della logistica e delle pulizie, attive per un breve periodo, prima di essere abbandonate in stato di insolvenza, gravate da debiti erariali che non venivano saldati. E il denaro veniva monetizzato con prelievi giornalieri di contante presso gli sportelli bancomat da due prestanomi brianzoli e poi consegnati alle famiglie di ‘ndrangheta radicate a Pioltello. Per questa vicenda ieri la gip del Tribunale di Monza Francesca Bianchetti ha inflitto con il rito abbreviato 2 anni di reclusione, in continuazione con altre precedenti condanne, a Giovanni Maiolo, 46 anni, nipote del boss Cosimo Maiolo, 58 anni (già condannato nella maxi inchiesta Crimine Infinito e poi a 13 anni anche nella recente indagine sui collegamenti tra clan e politica per le ultime elezioni comunali a Pioltello in cui è stato condannato anche Giovanni Maiolo a 8 anni e 10 mesi). A 1 anno e 4 mesi è stato invece condannato A.B., 47 anni, con dimora nel Vimercatese (assolto per alcune imputazioni), ritenuto un prestanome insieme a D.T., 42 anni, la cui posizione è stata stralciata. In un’operazione della guardia di finanza di Monza del marzo scorso Giovanni Maiolo era stato raggiunto dal provvedimento di custodia in carcere da detenuto, mentre i due presunti prestanome erano finiti agli arresti domiciliari. I finanzieri avevano anche sequestrato oltre 2 milioni di euro. Secondo l’ordinanza "il ruolo di Giovanni Maiolo quale amministratore di fatto delle società risulta da diverse fonti di prova". Innanzitutto, le "dichiarazioni dei dipendenti delle società interessate e dei soggetti operanti nelle società clienti, che hanno indicato Maiolo come il soggetto con cui si rapportavano". Ma soprattutto "gli accertamenti bancari", da cui emergeva che i due ai domiciliari "erano prestanome per conto e su indicazione del Maiolo, movimentavano il denaro delle società da loro formalmente amministrate, pur non avendo reale ruolo operativo".

Intercettato, uno dei prestanome si lamentava con la madre per essere stato ingannato da "certe persone" che poi l’avevano lasciato con due società intestate e un sacco di guai con Inps e Inail. "È palese – sosteneva l’ordinanza cautelare – che l’indagato stava parlando di attività illecite, tenute per conto di terzi". "Mi ha dato un foglio con due ditte intestate.. boh, adesso sono dall’avvocato a portare sto foglio... il periodo del Covid che non c’era un c.. da fare, uno deve mangiare, è un casino. Mi sono affidato di certe persone che me l’hanno messa nel c..".

S.T.