Il pericolo è il mio mestiere: "Non scordiamo i feriti: è un bollettino di guerra. Serve una via di scampo"

La denuncia della Cgil: "Vediamo soltanto la punta dell’iceberg". E intanto si mobilita per sostenere la raccolta firme per il referendum.

Il pericolo è il mio mestiere: "Non scordiamo i feriti: è un bollettino di guerra. Serve una via di scampo"

Il pericolo è il mio mestiere: "Non scordiamo i feriti: è un bollettino di guerra. Serve una via di scampo"

Situazioni come quella patita dall’operaio edile Mohamed lo scorso sabato sono purtroppo agli onori delle cronache e riguardano da vicino il territorio di Monza e Brianza, che lo scorso anno ha contato altri 4 morti sul lavoro. Quello delle morti sul lavoro è un dramma contro cui molto si sta battendo la Cgil, che proprio ieri a Monza e Brianza ha dato avvio alla raccolta firme - in corso in tutta Italia - per promuovere i 4 quesiti referendari sul tema lavoro, di cui uno riguarda proprio la sicurezza. "La notizia del lavoratore deceduto nel cantiere di Cederna ci rammarica moltissimo - dichiara Walter Palvarini, segretario generale di Cgil Monza e Brianza -. Questi casi sono la punta dell’iceberg di un sistema che non funziona.

Il quarto quesito è proprio per chiedere sicurezza sul lavoro, e nel sistema degli appalti". Da qui la disamina: "In Brianza si registra un calo degli infortuni sul lavoro rispetto al 2022, ma il dato è inficiato dal fatto che nel ’22 c’erano ancora gli infortuni da Covid. Aumentano rispetto al ’22 le malattie professionali. Sulla sicurezza c’è il problema che con il Jobs Act l’infortunio è pagato con un indennizzo forfettario di Inail, ma noi vogliamo che sia il committente a pagare in solido l’indennizzo, in maniera tale da starlo più attento su a chi affidano i lavori, e ne abbiano una responsabilità diretta". "I primi due quesiti riguardano invece il tema dei licenziamenti individuali e collettivi, il primo per le aziende con più di 15 dipendenti, il secondo per quelle con meno di 15 dipendenti – continua -. Il terzo invece chiede di superare la precarietà dei contratti di lavoro, in particolare quelli a tempo determinato. In Brianza rispetto al 2022 c’è stato un lieve aumento degli avviamenti lavorativi e una lieve diminuzione delle cessazioni, con anche un aumento di circa il 5% dei contratti a tempo indeterminato. Peccato però che solo il 10% degli avviamenti sia a tempo indeterminato - prosegue il segretario -. Il restante 90% è precario, di questi il 50% è a tempo determinato e ilresto con vari altri tipi di contratti precari, ed un terzo dei nuovi avviamenti è part-time". Infine sul tema licenziamenti: "Vogliamo superare la norma delle tutele crescenti introdotta dal Jobs Act per cui in caso di licenziamento ingiustificato il lavoratore riceva un indennizzo, anziché essere reintegrato, come avveniva quando era in vigore l’articolo 18. Rivogliamo il reintegro del lavoratore. In caso di indennizzo poi vogliamo che sia il giudice a determinare il giusto risarcimento senza alcun limite, togliere il tetto previsto ora per le piccole imprese. In Brianza abbiamo 283mila lavoratori nel privato, impiegati in 86mila imprese. La media è di 3,3 lavoratori per impresa".

Alessandro Salemi