FABIO LUONGO
Cronaca

Il grido del rione di confine. Prigionieri della malamovida. E la ciclabile è un vicolo cieco

Gli abitanti della zona tra la Valassina e la ferrovia presentano il conto all’Amministrazione. Tre petizioni con oltre mille firme per chiedere maggiore sicurezza e una pista per le bici.

Il grido del rione di confine. Prigionieri della malamovida. E la ciclabile è un vicolo cieco

Il grido del rione di confine. Prigionieri della malamovida. E la ciclabile è un vicolo cieco

Un percorso ciclopedonale che colleghi il quartiere direttamente con Monza, così da poter raggiungere in completa sicurezza la zona di viale Elvezia, anche in vista del futuro arrivo, proprio lì, della metropolitana. E poi una fermata del bus nel rione, che oggi manca. E ancora, più controlli e più pattuglie soprattutto nel weekend, nelle strade vicine ai tanti locali, per mettere un freno a schiamazzi, comportamenti incivili e parcheggio selvaggio. Questo senza dimenticare le esigenze di maggiore illuminazione pubblica, segnaletica, nuovi posteggi vicino al ponte della Valassina, più pulizia dei tombini per evitare allagamenti, più cura del verde, dei giardinetti e dei marciapiedi e passaggi più frequenti di netturbini e spazzatrici meccaniche per garantire il decoro delle strade. Tante necessità, che i residenti del quartiere di via Giotto hanno messo in fila e trasformato, con l’aiuto dei rappresentanti della lista civica d’opposizione Il Listone, in 3 diverse petizioni rivolte al Comune. Tre petizioni che hanno raccolto complessivamente più di mille firme. Ad appoggiare le richieste ci sono anche i residenti del vicino quartiere “Da là dal punt“.

Le tre petizioni sono già state depositate in municipio, con l’esplicita richiesta che vengano discusse in consiglio comunale, così da avere riscontro e soluzioni da parte dell’Amministrazione. In 367 hanno sottoscritto il documento che sollecita "la realizzazione di un passaggio ciclopedonale che colleghi il quartiere direttamente verso Monza in corrispondenza di viale Elvezia o secondo percorsi consoni". Un’opera necessaria per migliorare le comunicazioni con la città vicina. "Il percorso ciclabile è necessario – racconta Gianmarco Retta –: ci sono sempre persone a piedi e rider in bici che passano dalla rotonda di viale Elvezia, anche se non si può, perché altrimenti dovrebbero fare un lunghissimo giro, e così rischiano la vita". "Lissone è l’unico punto in cui manca, a Monza già c’è – spiega Rosa D’Alessandro –. Oggi il quartiere resta tagliato fuori: la ciclabile da Monza si interrompe proprio qua. Parliamo di una zona molto abitata, in cui negli ultimi anni sono aumentati tanto i residenti: sarebbe opportuno adeguare la viabilità e i servizi". Un altro collegamento per bici e pedoni viene poi chiesto in direzione di Lissone, da via Colzani a via Pisacane, mentre sul fronte del trasporto pubblico si domanda la creazione di una fermata del bus a servizio delle strade oggi sprovviste, come via Giotto. Tema altrettanto caldo è quello della sicurezza, con 333 residenti che con le loro firme invocano maggiore sorveglianza. Nel mirino la sosta selvaggia e il disturbo alla quiete pubblica soprattutto nei weekend e nelle vie vicine ai locali notturni. "Ci sono auto lasciate ovunque, sui marciapiedi, a intralciare i corselli dei box – dicono gli abitanti –. Senza contare il caos e il rumore. Nel fine settimana mancano i parcheggi, perciò servono più posti auto, da creare magari sotto il ponte della Valassina. E occorre più vigilanza: ci sono stati vari casi di auto aperte, con furti sulle vetture e vetri rotti". Ben 332 anche le firme in calce alla petizione che sollecita una maggiore pulizia del quartiere e una migliore manutenzione del verde, dei marciapiedi e dei giardini.