MONICA AUTUNNO
Cronaca

Il giorno del dolore: "Giada vive ancora. Resta nei nostri cuori"

Palloncini bianchi, canzoni e campane per l’ultimo saluto della comunità. Il lutto per la 15enne colpita da un malore a scuola durante l’ora di ginnastica.

e Barbara Calderola

"Giada è viva. E non solo nei ricordi, nei cuori. Vivrà ogni giorno, accanto a voi". Troppo piccola l’enorme chiesa di San Giovanni di Busnago, troppo angusto il grande sagrato, troppo strette le vie attorno per contenere le migliaia di persone, che, ieri pomeriggio, hanno voluto dare l’ultimo saluto alla quattordicenne Giada Pollara, stroncata da un infarto a scuola.

In collegamento per seguire la funzione in diretta gli oratori del paese e anche di fuori paese. Un’ondata d’amore e dolore che ha ispirato le prime parole di don Eugenio Boriotti, rivolte a Diana e Alessandro, i genitori della giovane, ai suoi amici e compagni di scuola, a tutti i presenti. "Ci hai chiamato in tanti qui oggi, Giada. Siamo tutti qui, attorno a te. E c’è Gesù. C’era quel giorno, e c’è oggi, ad accarezzare la tua mamma e il tuo papà, i tuoi amici, i tuoi compagni. Il suo volto siamo tutti noi".

Dentro e fuori la chiesa le facce tese e le lacrime di tanti ragazzi. Giovani. Piccoli. Accompagnati dai genitori, giunti in gruppo dalla scuola che Giada frequentava, l’istituto Marisa Bellisario di Inzago, abbracciati a capannelli, compunti e impegnati organizzatori degli ultimi gesti di saluto: la canzone “A modo mio“ cantata da Elisa dal megafono, i fiori, le note di “Sunrise“ all’uscita della bara, il lancio dei palloncini bianchi.

Nel nome di Giada, andata via troppo giovane. "In tanti, non so quanti – così il decano – mi chiedono perché. Perché morire così giovani? Io non lo so. Perché morire in questo modo? Non so nemmeno questo. È il momento di credere. Giada è in un’altra casa, meravigliosa. È bella come sempre. Ha lo stesso sorriso. Ha lo stesso sguardo". A una insegnante della Bellisario il compito di leggere una lettera per conto dei genitori di Giada. "Diana ci ha raccontato che Giada arrivò misteriosamente. Che lei, la mamma, all’inizio non si era resa conto di aspettarla. Altrettanto misteriosamente se ne è andata". Giada, scomparsa mentre correva. "Aveva fatto il test di Cooper anche qualche giorno prima, e aveva preso dieci. Era così orgogliosa. Quel giorno voleva dare tutto. Una corsa, e, come poi è avvenuto, un salto verso un altro luogo". Una vita breve ma piena d’amore. "Era amatissima, questo era evidente. E questo amore l’aveva trasformata nella persona generosa che era. Era nata per dedicarsi alla cura, lo avevamo capito bene a scuola. Ed era piena di passione, di desideri, di sogni". Un addio chiuso dal suono delle campane a festa, "la somma delle feste che non avrà più". In chiesa il sindaco Marco Corti e le autorità del comune, l’intera famiglia dell’oratorio, dove Giada prestava opera come animatrice, l’intera comunità della Marisa Bellisario, in testa il preside Gustavo Matassa.

Le tante famiglie di Giada: "Sognava di vederle tutte riunite in un solo luogo. Eccoci qua".