Il giardino storico è salvo Il Consiglio di Stato “grazia“ Villa Bagatti

I giudici amministrativi mettono la parola fine a una telenovela giudiziaria iniziata 10 anni fa. Il Comune vince la causa contro la società che avrebbe voluto costruire palazzine nelle ex serre.

Il giardino storico è salvo  Il Consiglio di Stato  “grazia“ Villa Bagatti

Il giardino storico è salvo Il Consiglio di Stato “grazia“ Villa Bagatti

di Veronica Todaro

Il Consiglio di Stato ha dato ragione al Comune. È stata pronunciata la sentenza con cui si chiude definitivamente la vicenda del piano di sviluppo urbanistico sull’area comunemente nota come “ex-serre“, all’interno del giardino storico di Villa Bagatti Valsecchi. Al Consiglio di Stato si era rivolta la società Arbo che aveva fatto ricorso per revocazione contro la sentenza del 5 agosto 2021 che aveva riformato la decisione del Tar lombardo del dicembre 2019, respingendo i ricorsi precedentemente accolti. Una vicenda complicata che affonda radici lontane, quando l’originaria ricorrente società Loco Varadeo srl, alla quale è poi succeduta la Arbo srl, era proprietaria del complesso di Villa Bagatti Valsecchi, articolato nella villa nobiliare, dependance, scuderie, abitazione del custode, cortile d’onore, nel parco, nelle ex serre e nell’ex trotter.

In fase di approvazione del nuovo strumento pianificatorio, avviata nel 2008, la società Loco Varadeo aveva formulato al Comune una serie di proposte con cui tra le altre era prevista l’alienazione al Comune del complesso immobiliare relativo alla Villa Bagatti Valsecchi, ad esclusione dell’area ex trotter e delle ex serre, in cui l’ipotesi era la realizzazione di un intervento residenziale. Il Comune aveva accettato le proposte e apportato le modifiche al Piano di governo del territorio. Nel 2012 però, in seguito al cambio di Giunta dopo le elezioni, l’amministrazione aveva comunicato alle società l’avvio del procedimento per il riesame "finalizzato all’eventuale annullamento o revoca delle determinazioni adottate", di fatto poi revocate. È a questo punto che la società impugna le deliberazioni davanti ai giudici amministrativi. Ma se nelle more del processo, la vicenda è stata oggetto di un procedimento e di un processo penale, conclusosi con due sentenze di assoluzione, condannando il Comune al pagamento delle spese di lite, l’amministrazione comunale ha proposto appello, accolto dal Consiglio di Stato che ha condannato la società al pagamento delle spese del giudizio. Ed ecco un nuovo colpo di scena con il ricorso per revocazione della sentenza da parte di Arbo. Siamo all’1 marzo del 2023 quando il Comune si costituisce in giudizio, resistendo al ricorso. Nella sentenza appena pubblicata il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale si è pronunciato definitivamente dichiarando il ricorso inammissibile.

"Questa è davvero una sentenza tombale – sottolinea Matteo Figini, assessore agli Affari interni –: nel giardino di Villa Bagatti Valsecchi non sorgeranno mai delle residenze esclusive come l’amministrazione guidata dall’allora sindaco Sergio Daniel aveva deciso. Il Consiglio di Stato ha altresì condannato la società a rifondere in favore del Comune le spese legali con buona pace del Partito Democratico locale, sempre preoccupato per questo tipo di spese in bilancio che invece, ancora una volta e stavolta in maniera definitiva, hanno rappresentato un ottimo investimento per la tutela del patrimonio storico-architettonico della comunità varedese". Dello stesso avviso il vicesindaco Fabrizio Figini con delega alla Programmazione territoriale: "Le amministrazioni di centrodestra che si sono succedute hanno sempre creduto nella inedificabilità di quella zona. Oggi in via definitiva il Consiglio di Stato ci ha dato ragione, dicendo che abbiamo sempre interpretato a dovere le norme, facendo anche una scelta politica ragionata".