
Il vento che ha accumulato la neve sulla cresta e la visibilità scarsa all’origine della tragedia di Cristian e Paolo
e Federico Magni
Cristian e Paolo, sempre insieme. Al lavoro, alla Ste di Usmate, azienda di trasformatori elettrici, dove si era conosciuti e dove Cristian era uno degli operai storici, mentre Paolo il responsabile della produzione. E poi anche nel tempo libero: entrambi appassionati di corse in montagna e di montagna. Insieme anche nella morte, sabato, mentre scendevano dalla Grignetta, il più in fretta possibile, dopo essere stati sorpresi dal maltempo che in meno di mezz’ora ha trasformato un’escursione in un incubo senza risveglio. Decine di soccorritori hanno cercato per tre giorni Cristian Mauri e Paolo Bellazzi, entrambi di 48 anni, il primo di Vimercate, il secondo di Cambiago, i due escursionisti dispersi su una delle montagna simbolo della Lombardia. Li hanno cercati senza sosta, nonostante la neve pesante e bagnata, il freddo, la visibilità nulla, il pericolo di essere travolti a ogni passo dalle valanghe: i tecnici del Soccorso alpino della stazione di Lecco e della Valsassina, i militari del Sagf, il Soccorso alpino della Guardia di Finanza, i vigili del fuoco delle squadre speleo alpine fluviali, del Nucleo Sapr specializzati in droni, del Tas esperti in topografia applicata al soccorso e del Nucleo Cinofili con i cani da ricerca, i Draghi lombardi del 115. Li hanno cercati via terra, battendo a tappeto sentieri e canaloni e, ieri pomeriggio, quando il meteo ha concesso tregua, anche via cielo, con un via vai di elicotteri di Areu, dei vigili del fuoco, della Finanza, della compagnia privata Elitellina. Sembrava che anche lunedì si sarebbe concluso come domenica e come sabato, cioè senza esito. Invece, nel tardo pomeriggio, finalmente un segnale, quello delle placchette inserite nelle tute da montagna di Cristian e Paolo, rilevato con un apposito sistema per la ricerca dei sepolti in valanga. "Purtroppo, le condizioni meteo e di terreno non permettono ancora il recupero dei corpi – avvertono i vigili del fuoco –. Le operazioni di recupero sono sospese fino a quando le condizioni di sicurezza lo consentiranno".
L’incidente costato la vita a Cristian e Paolo è avvenuto in discesa, in prossimità dell’ingresso del canale Caimi, dove sono stati individuati i loro corpi. In quel tratto la cresta in discesa devia a sinistra, ma i due amici e colleghi devono essere rimasti sulla destra, sul filo di cresta, dove il vento ha accumulato una grossa cornice di neve. Invece di scendere verso sinistra i due hanno proseguito dritto. La cornice ha ceduto e sono finiti nel canale parecchi metri più in basso, senza scampo. Non erano legati, ma il crollo ha trascinato entrambi nel canale.