Quattro candidati, tanti problemi sul tavolo. Si sa già fin d’ora che il vincitore non avrà vita semplice nei prossimi cinque anni. L’ordinaria amministrazione non è consentita: se ci si limita a quella, Desio rischia una involuzione e un punto di non ritorno. A fianco ha città che corrono, non è permesso rilassarsi. I temi da affrontare in alcuni casi sono già obbligati e non dipendono dalla semplice volontà dei candidati e delle coalizioni che li sostengono.
Pedemontana c’è per tutti, piaccia o no. Chi la vuole sa benissimo che si tratta di una situazione da gestire, non solo per i mugugni dei cittadini ma anche per le inevitabili ripercussioni che causerà. Fra i candidati c’è anche chi non la vuole: Iaia Piumatti (Sinistra per Desio e Movimento 5 Stelle) aveva annunciato la sua discesa in campo proprio davanti a uno dei cantieri per dire che si batterà per bloccare l’opera. Mobilità e polemiche inevitabili anche per il cantiere della metrotranvia. La città ha già subito le conseguenze. I tempi di realizzazione della linea Milano-Seregno non sono quelli preventivati. Chi vince dovrà prendere in mano la situazione con decisione. La caratteristica del sindaco, mai come questa volta, dovrà essere quella di saper battere i pugni sul tavolo. C’è da alzare la voce anche su temi quali la sanità (l’ospedale Pio XI è ancora in attesa di rilancio) e l’ambiente. Su quest’ultimo tema Carlo Moscatelli (Pd, Italia Viva e Polo Civico) è quello che si è fatto sentire un po’ di più in campagna elettorale: il suo impegno forte per i prossimi cinque anni è quello di eliminare le situazioni di degrado dalla città. Discariche abusive, o abbandoni incontrollati di rifiuti, si registrano in numerose aree (anche centrali) della città. La vivibilità e il decoro passano anche da queste attenzioni. Per Andrea Villa (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Indipendenza, Villa Sindaco Desio Ideale) c’è una grande scommessa che può far fare un salto di qualità alla città: portare la sede universitaria. Per lui il progetto si concilia con il recupero dell’ex ospedale, quello che molti (non desiani o arrivati in città da non molto) conoscono come Agenzia delle Entrate in corso Italia. Lì Villa vorrebbe uno studentato: progetto che potrebbe essere accolto con favore dai giovani, perché risulterebbero facilmente collegati a Milano pur permettendosi una sistemazione a prezzi decisamente più abbordabili.
Ex ospedale anche nei pensieri di Piumatti che, tuttavia, più che far dormire i giovani vorrebbe farli vivere: per lei meglio un’area vivace, un centro sociale, in grado di valorizzare le persone. Alessio Alberti (Desio Popolare, Azione, Partito Repubblicano) finora ha dato grande importanza all’aspetto politico dell’appuntamento elettorale e del suo posizionamento senza dare alcuna impostazione ideologica al suo programma. Per quello, a differenza dei suoi avversari, si era già mosso nei mesi precedenti sottoponendo ai cittadini un questionario per individuare insieme i temi da affrontare e i nodi da risolvere. Un questionario aperto a vari temi per condividere le priorità.
Tutti i candidati parlano come in tutte le campagne elettorali di temi su cui non si può non essere d’accordo quale l’attenzione per il sociale, la cultura. Tutti parlano anche del centro storico, ma con alcune differenze. Villa lo declina con la sistemazione e rilancio di immobili, Moscatelli vuole eliminare il degrado, Alberti è per la pedonalizzazione, Piumatti difende la scelte viabilistiche compiute in passato (l’ex assessore Giovanni Borgonovo è con lei) e promette un passo avanti con Desio Città 30, ovvero tutto il territorio percorribile dalle auto a 30 chilometri orari. Sullo sfondo i grandi temi tuttora irrisolti, che coinvolgono anche i privati: la torre incompiuta, il degrado in piazza Giotto, la vivibilità e la sicurezza nell’area della stazione. I quattro candidati sanno già che, in caso di vittoria, dovranno iniziare a studiare anche queste pratiche per risolvere il problema definitivamente. Nessuno chiederà miracoli al nuovo sindaco, ma su questi temi i cittadini sono stanchi di aspettare.
G.G.