STEFANIA TOTARO
Cronaca

I finti poveri e la villa di lusso Affari d’oro con l’import del tarocco

Sequestrati case e garage per 1,6 milioni a una coppia di cinesi attiva nel commercio via internet. Al capofamiglia facevano capo 100 imprese no-profit per favorire la cooperazione fra Italia e Oriente.

I finti poveri e la villa di lusso Affari d’oro con l’import del tarocco

di Stefania Totaro

Una villa a Lesmo di 20 locali, con sauna, 5mila metri quadri di terreno e campo da tennis, appartamenti e autorimesse, per un valore totale di 1,6 milioni di euro. Sono stati sequestrati a una coppia di coniugi cinesi con un decreto di sequestro antimafia, proposto dalla Procura di Monza ed eseguito dai militari del Comando provinciale della guardia di finanza di Monza. I due coniugi residenti da decenni in Brianza e operanti nel settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio via internet di vari prodotti di consumo (materiale elettrico, articoli per la cosmesi, giochi e giocattoli), risultano pregiudicati per reati contro il patrimonio, di natura tributaria e in materia di commercio di prodotti contraffatti. Nei loro confronti emergevano tra l’altro diversi alert di rischio evidenziati dal sistema di prevenzione antiriciclaggio. Le Fiamme gialle del Gruppo di Monza hanno ricostruito sia il curriculum delinquenziale del capofamiglia – tuttora agli arresti domiciliari a seguito di condanna definitiva del Tribunale di Genova per introduzione dello Stato e commercio di prodotti con segni falsi – e della moglie, sia l’assoluta sproporzione fra i minimi redditi dichiarati al Fisco e il loro elevato tenore di vita. In particolare, i coniugi sono risultati "connotati da una perdurante, insidiosa, antisociale e antigiuridica pericolosità", perché abitualmente dediti, nell’arco di circa 20 anni, alla illecita importazione e vendita di prodotti con marchi contraffatti e all’omesso versamento di tributi all’Erario per oltre 4 milioni di euro. L’attenzione si è focalizzata prima sul capofamiglia, rappresentante legale di un’organizzazione no-profit attiva sul territorio nazionale, a cui facevano capo oltre 100 imprese associate localizzate in Lombardia, con la finalità di favorire la cooperazione, tra Italia e Cina, mediante interscambi commerciali, culturali e industriali. La sua società capofila con sede in Brianza, dopo essere stata utilizzata per anni dai due coniugi per realizzare gran parte dell’illecita attività di importazione di prodotti contraffatti e per la successiva distribuzione della merce in tutto il territorio nazionale, soprattutto nei confronti di propri connazionali, è stata in un primo momento spogliata del proprio patrimonio mobiliare e immobiliare in favore di un’impresa con sede legale a Hong Kong e quindi ceduta a un soggetto di origini calabresi, a cui l’intero capitale sociale acquisito è stato sottoposto a sequestro preventivo nell’ambito di un’indagine per associazione di tipo mafioso.