BARBARA APICELLA
Cronaca

Humana, tesoro di solidarietà nei cassonetti

Con la raccolta di abiti usati vengono sovvenzionate le attività sociali delle Onlus. In provincia ci sono già 117 contenitori gialli

di Barbara Apicella

Qualcuno li scambia per bidoni dell’immondizia, altri con movimenti acrobatici fanno infilare i bambini per prelevare i sacchetti pieni di abiti scegliendo migliori, altri ancora vi inseriscono vestiti e accessori usati con la certezza di compiere un buon gesto per difendere l’ambiente.

Stiamo parlando dei cassonetti per la raccolta degli abiti e degli accessori usati che – poi recuperati – aiutano a inquinare di meno e soprattutto a sostenere le attività delle Onlus.

Cassonetti che, però, non piacciono a tutti: non mancano sui social lamentele di cittadini che non amano la maleducazione di chi crea attorno al contenitore una discarica a cielo aperto chiedendone persino la rimozione. "Quei contenitori sono molto importanti – spiega Laura Di Fluri, responsabile comunicazione e marketing di Humana, la Federazione internazionale di cui fa parte anche l’Italia e che proprio grazie al recupero degli abiti che vengono raccolti nei suoi contenitori riesce a finanziare i progetti sociali -. Ogni anno raccogliamo sul territorio nazionale 25.000 tonnellate di abiti usati che poi vengono smistati nei nostri sei impianti".

Sul territorio di Monza e Brianza i contenitori di Humana sono 117, dislocati su 21 Comuni e l’anno scorso hanno garantito la raccolta di 718.000 kg. "Per ogni kg di abiti raccolti si evita la produzione di Co2 e un risparmio idrico". Ma, come anche la cronaca recente ci segnala, spesso dietro a quei cassonetti si celano truffe con contenitori abusivi che non servono solo ad arricchire il portafoglio di qualche truffatore.

"I cittadini devono controllare che sul contenitore ci siano segnalati i riferimenti dell’associazione". Anche perché, qualora nel contenitore venga messo involontariamente qualcosa che non volevamo donare, c’è sempre la possibilità di recuperarlo.

"Spesso ci telefonano perché hanno donato oggetti che non volevano. C’è chi dice di aver buttato per sbaglio l’abito da sposa, chi il computer, chi persino la tartaruga che, involontariamente, si era intrufolata nel sacchetto che stavano riempiendo. Inviamo subito un addetto che recupera quando richiesto".

Ogni cassonetto di Humana ha una capienza di 200 kg ed è dotato di un sistema anti intrusione. Gli indumenti (ma scarpe, borse, zaini e biancheria per la casa) vengono recuperati. Non tutti. Numeri alla mano il 65 % viene riutilizzato e venduto nei negozi Humana, il 25% troppo consumato non viene riutilizzato ma riciclato, e il 10% inutilizzabile destinato al termovalorizzatore. Il 35% degli indumenti, quindi, per non inquinare sono destinati a processi che comunque costano cari alle casse dell’associazione. La possibilità di offrire al vestito una seconda vita non dipende dal fatto che l’abito sia di moda o di marca, ma dalle condizioni in cui viene donato.

Dalla fine 2021 il recupero del tessile sarà obbligatorio. "Alcuni Comuni ci chiedono un contributo per il posizionamento del contenitore. Ci auguriamo in futuro ci sia maggiore disponibilità e magari contributi per il servizio del recupero della frazione tessile".