MARCO GALVANI
Cronaca

Gianni Bugno "Strade solo ciclabili Le piste sono pericolose"

L’ex campione: "Sala abbia il coraggio di cambiare"

Gianni Bugno  "Strade solo ciclabili  Le piste sono pericolose"
Gianni Bugno "Strade solo ciclabili Le piste sono pericolose"

di Marco Galvani

"La bicicletta è un mezzo di trasporto e quindi ha diritto di stare in strada. Avete visto cosa stanno facendo a Parigi? Le strade alle biciclette. E allora se ci sono riusciti loro, perché non dovremmo poterlo fare anche qui? Il sindaco di Milano Beppe Sala dovrebbe trovare il coraggio di prendere certe decisioni". Gianni Bugno, due volte campione del mondo di ciclismo all’inizio degli anni Novanta, un paio d’anni fa aveva anche tirato la volata proprio a Sala alle elezioni comunali. Schierato con i Riformisti. Non riuscì ad arrivare al traguardo del consiglio comunale, ma i temi che gli stavano a cuore allora, come oggi, non sono cambiati. Perché "il problema della sicurezza sulle strade c’è sempre. Ciclisti e pedoni restano gli utenti più deboli".

Non è cambiato nulla?

"Direi, invece, che è cambiato in peggio. Perché il traffico è aumentato e c’è sempre meno educazione. E lo dico rivolto non soltanto agli automobilisti, ma anche a ciclisti e pedoni".

A Milano è una strage di ciclisti…

"Ma per forza, ci sono auto parcheggiate ovunque, mezzi che invadono le corsie per le bici e pedoni che pensano di usare le ciclabili come marciapiedi. Senza dimenticare i monopattini e le biciclette a pedalata assistita che raggiungono anche i 30 chilometri orari, ma sono guidate da persone che in bici non sanno andare".

Servirebbero, quindi, più piste ciclabili per proteggere gli ‘utenti deboli’ della strada?

"Le ciclabili non sono sicure. E ripeto: la bicicletta è un mezzo che deve avere il diritto di circolare in strada".

Ma allora qual è la soluzione?

"Purtroppo, una ricetta immediata non c’è. Milano, come le altre altre città medio-grandi, è questa. Il traffico è troppo e le nostre strade sono vecchie, non sempre tenute come si deve e gli spazi sono stretti".

Quindi?

"Intanto sarebbe utile istituire sensi unici in entrata e in uscita delle strade. Area B e Area C vanno anche bene, ma sono solo una parte della soluzione. Il senso unico alleggerirebbe il traffico".

Spesso, però, i ciclisti sono vittime di mezzi pesanti e bus. Difficile pensare di bloccare quel tipo di traffico…

"Certamente è impensabile. Ed è cosa buona che da ottobre in centro a Milano saranno obbligatori i sensori sui mezzi pesanti per rendere ‘visibile’ l’angolo cieco. Ma se ci fossero in circolazione molte meno macchine, la prospettiva cambierebbe. Meno auto e più mezzi pubblici. Ma oggi c’è tanta gente che va in palestra in macchina per fare anche solo 3 chilometri. È paradossale".

Quindi è anche una questione culturale?

"Bisogna cambiare la mentalità, ma partendo dai giovani. È lì che bisogna iniziare, dalle scuole. Per insegnare l’educazione stradale. Perché non sono mica convinto che tutti conoscano il codice della strada".