
Ghi Meregalli (nella foto) è stata da sempre affascinata dalla storia monzese, sia quella antica legata a Teodolinda sia quella...
Ghi Meregalli (nella foto) è stata da sempre affascinata dalla storia monzese, sia quella antica legata a Teodolinda sia quella moderna che richiama ai Promessi Sposi e la Monaca di Monza. Proprio dove ora si trova la galleria d’arte di LeoGalleries si trovava la casa di Giampaolo Osio (che Manzoni chiama Egidio), l’amante di Marianna De Leyva, divenuta suor Virginia, (Gertrude nel romanzo).
La sua abitazione era confinante con il convento di Santa Margherita dove viveva la monaca di Monza, verso via Talamoni, distrutto negli anni ‘50, per edificarvi un nuovo complesso residenziale. I sotterranei della cantina di Meregalli vini, come racconta Ghi, sono le antiche fondamenta del convento. Sono ancora visibili gli spazi per il frigorifero e il gancio per la conservazione del lardo. Ma l’aspetto più intrigante riguarda il pozzo del convento, chiamato Pozzo Vaghetto, ancora visibile nel sotterraneo.
"Lì – racconta Ghi Meregalli – ogni volta che suor Virginia si pentiva dei suoi incontri con Giampaolo Osio, buttava nel pozzo la chiave dell’ingresso segreto da cui faceva entrare il suo amante. Si narra che la chiave sia stata rifatta e poi buttata nel pozzo circa 50 volte".
L’esplorazione di questi risvolti inediti della storia di Monza, nei sotterranei della città sono stati raccontati al pubblico insieme alla delegazione Fai Monza: "Abbiamo organizzato un bellissimo aperitivo culturale con la professoressa Valeriana Maspero – conferma Elena Colombo, presidente della delegazione Fai Monza – e collaboreremo ancora con il Gruppo Meregalli, per la valorizzazione degli antichi sotterranei del monastero". C.B.