ALESSANDRO CRISAFULLI
Cronaca

Limbiate, gara mortale fra bolidi a 200 all’ora: Arnold Selishta vittima della sfida clandestina

Ipotesi confermata: nella tragica notte di Limbiate le due auto avevano raggiunto più volte velocità folli

L’ipotesi di una gara clandestina alla base del decesso di Arnold Selishta si fa sempre più concreta. Giorno dopo giorno sono diversi i tasselli che vanno a incastrarsi, disegnando quella che appare nitidamente come una vera e propria sfida tra due bolidi. A chi sfreccia di più.

L'auto andata a fuoco a Limbiate, dopo lo schianto
L'auto andata a fuoco a Limbiate, dopo lo schianto

In questa direzione vanno le indagini, le perizie e gli accertamenti.

E un dato choc: in certi punti - non solo una volta - durante il loro tragitto, le due macchine guidate dai giovanissimi protagonisti della drammatica notte tra il 7 e l’8 luglio, hanno raggiunto i 200 chilometri all’ora.

Due pallottole impazzite, la Range Rover e la Bmw M8, pronte ad uccidere chiunque si trovasse lungo o nei pressi delle strade battute. Una delle quali è costata la vita al giovane albanese. Per dargli l’addio venerdì mattina al cimitero di Limbiate si sono ritrovate cinquecento persone. Sul posto è arrivato anche un pullman, tanti erano i presenti, tra familiari e amici della famiglia albanese, di religione musulmana.

Il cugino 23enne Islam Lala, arrivato pochi giorni prima della tragedia dall’Inghilterra, indagato per omicidio stradale, resta in carcere.

Al centro, Arnold Selishta. Nelle foto ai lati, l'auto in fiamme dopo lo schianto
Al centro, Arnold Selishta. Nelle foto ai lati, l'auto in fiamme dopo lo schianto

Intanto le indagini dei carabinieri della compagnia di Desio proseguono per cercare di ricostruire tutto nei minimi dettagli.

Secondo quanto affermato dall’indagato nell’interrogatorio di convalida del fermo, "non stavamo correndo, siamo entrati nella rotonda, stavo girando a sinistra come si usa in Inghilterra, poi mio cugino mi ha detto di entrare a destra, ho sterzato, mio cugino non aveva la cintura di sicurezza allacciata, io sì e questo mi ha salvato".

Una affermazione, quella che nega la gara tra i due bolidi, che al momento sembra smentita dai primi accertamenti e da quel dato dei 200 chilometri orari, in pieno contesto urbano, che desta impressione.

Il gruppo di giovani era uscito da poco da un locale di Nova Milanese, dove i ragazzi avevano trascorso la serata.

Poi tutti in macchina e la sfida a colpi di acceleratore, che si è conclusa drammaticamente alla rotonda di via Monte Bianco, con la Range Rover che si è ribaltata e poi ha preso fuoco, come testimoniato da immagini choc messe sui social network da un testimone.

Una trappola d’inferno per il giovane Arnold, mentre il cugino è riuscito a liberarsi e scappare, venendo rintracciato il giorno dopo dai carabinieri.

Il terzo giovane nella macchina, un 18enne di Limbiate, è rimasto ferito in maniera seria, ma adesso è a casa.

Una vicenda che ha suscitato non solo lacrime, ma anche sconcerto.