
Filippo Ferri è stato nominato questore di Monza. Prende il posto di Salvatore Barilaro
Monza – Scoppia la protesta attorno alla nomina di Filippo Ferri a nuovo questore della provincia di Monza e Brianza. Il dirigente della polizia, in arrivo dal compartimento Polfer Lombardia, subentrerà dal 1° giugno a Salvatore Barilaro. Ma sul suo nome si è già innescata una forte contestazione, innescata da una lettera aperta inviata al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi da numerosi esponenti del centrosinistra locale e da personalità del mondo civile e culturale brianzolo. Il motivo? La condanna del funzionario di polizia nel 2012, in via definitiva – per tre anni e otto mesi, con cinque anni di interdizione dai pubblici uffici (parzialmente coperta da indulto) – per falso e calunnia in relazione ai fatti avvenuti nella scuola Diaz durante il G8 di Genova del 2001, quando era a capo della Squadra Mobile di La Spezia e aggregato alla gestione dell’ordine pubblico nel capoluogo ligure.
La condanna e l’interdizione
Con l’interdizione, Ferri perse la sua carica di capo della squadra mobile di Firenze - a cui era subentrato dopo La Spezia e un incarico a Roma -, venendo poi assunto come responsabile della sicurezza del Milan e “tutor” di Mario Balotelli. Finita l’interdizione, è tornato nella polizia come dirigente della Polfer lombarda.
Secondo i firmatari della missiva, i fatti risalenti al G8 peserebbero ancora sul profilo di Ferri, la cui nomina a questore viene ritenuta “inopportuna e ingiustificata”. Nello scritto si ricorda come la sentenza di Cassazione abbia definito i fatti della Diaz un “massacro ingiustificabile” - con “82 feriti su 93 ospiti, 3 dei quali in prognosi riservata e uno in coma” -, che ha “screditato l’Italia”. I giudici parlarono di una “pura esplosione di violenza”, attribuendo ai vertici della polizia – tra cui Ferri – la responsabilità di aver costruito false accuse per giustificare gli arresti di massa.
I firmatari
Tra i firmatari figurano, tra gli altri, l’assessora di Monza Arianna Bettin, l’assessora agratese Anita Cocina, gli assessori cesanesi Massimiliano Bevacqua e Martina Morazzi, gli ex sindaci Roberto Scanagatti (Monza), Concettina Monguzzi (Lissone), Paolo Brambilla (Vimercate), Giuliano Soldà (Bovisio), oltre agli ex senatori Lorenza Ricchiuti, Gianni Confalonieri, Loris Maconi e Gianmarco Corbetta. Con loro, anche esponenti del mondo culturale e civile, come l’attore Elio De Capitani, il docente Raffaele Mantegazza, il segretario Cgil Walter Palvarini e Roberto Salis, padre dell’europarlamentare Ilaria Salis.
Il Pd Monza e Brianza ha chiesto un chiarimento formale al ministero dell’Interno, annunciando un’interrogazione parlamentare. Dura la presa di posizione di Sinistra Italiana e LabMonza, che invitano la cittadinanza a firmare la lettera e chiedono il ritiro immediato della nomina. Il Movimento 5 Stelle, per voce di Marco Fumagalli, critica il Governo, “solerte nel valutare il profilo psicoattitudinale dei candidati magistrati, senza però trovare alcuna controindicazione nel premiare chi si è reso protagonista di gravi violazioni”. Dello stesso avviso Più Europa, che definisce la “nomina inopportuna per le vittime degli abusi di quel giorno”.
Risponde alle accuse il deputato brianzolo di Forza Italia, Fabrizio Sala. “Quella sollevata da una parte minoritaria della sinistra è una polemica infondata e una grave caduta di stile – commenta l’onorevole –. Ferri è una figura istituzionale, non politica. È un servitore dello Stato, che come uomo della polizia ha svolto lavori in modo impeccabile”. Sala sposta poi il confronto sul piano della coerenza politica: “Questo inchiostro di firme poteva essere versato per Ilaria Salis, che professa comportamenti non riconducibili alla legalità ed è una figura politica, non istituzionale. Il questore rappresenta lo Stato, non un partito”.