
Il condominio della violenza
Sarà inviato a curarsi in una comunità terapeutica il 16enne che lo scorso settembre ha aggredito un suo vicino di casa di 60 anni colpendolo alla testa con 19 colpi di mazza da baseball, fino a spezzarla, e ferendolo gravemente. Lo ha deciso il Tribunale per i minorenni di Milano dopo che la perizia psichiatrica a cui è stato sottoposto ha concluso che il ragazzo era completamente incapace di intendere e di volere al momento del fatto. Il 16enne era stato arrestato dai carabinieri a poche ore dall’aggressione e ora è chiamato a rispondere dell’accusa di tentato omicidio. Un procedimento penale destinato a concludersi con la non imputabilità per totale infermità mentale del giovane, che dopo il fatto era stato ricoverato in una struttura pubblica.
Vittima della violenta aggressione, che si era verificata in un condominio in via Friuli, era stato un imprenditore che era sceso la sera nel garage con la moglie per mostrarle l’auto nuova, poi rimasto solo mentre lei andava a buttare la spazzatura e risaliva in casa. L’uomo non aveva mai perso conoscenza ma era finito in gravissime condizioni in ospedale dove, fortunatamente, è riuscito progressivamente a riprendersi. Il 16enne aveva abbandonato la mazza, spezzata, sul posto ed era tornato nella sua abitazione. A chiamare i militari poi erano stati i suoi stessi familiari, dopo aver notato tracce di sangue sui suoi vestiti. Per il giovane era scattato l’arresto. "Non so perchè l’ho fatto", aveva detto nel suo interrogatorio il 16enne, che quella sera avrebbe sentito l’impulso di aggredire, forse sotto effetto di stupefacenti che assumeva da tempo, e avrebbe scelto letteralmente "a caso".
A quanto emerso il 16enne aveva già manifestato i segni di una mente disturbata ed era per questo seguito per una terapia psicologica. Il giovane non aveva solo i problemi con la droga, non solo marijuana ma anche relativi alla sporadica assunzione in passato di cocaina. Ma anche quelli con la scuola. Da diversi giorni, infatti, il giovane aveva deciso di non entrare più in classe. Una situazione di grave disagio che è poi sfociata nella brutale aggressione occasionale sotto la sua abitazione. La Procura dei minori ha subito compreso questa situazione e ha lasciato che il ragazzo lasciasse il carcere Beccaria di Milano per essere ricoverato in una comunità dove può affrontare un periodo di cura.
S.T.