Falciato dopo la lite stradale A processo anche il ventenne

Il giovane aveva sbarrato la strada al 60enne dopo un inseguimento. Appena sceso l’uomo è stato travolto da un automobilista ubriaco

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Si apre il processo per concorso in omicidio stradale per il 20enne di Brugherio che aveva sbarrato la strada con la sua auto, dopo una lite stradale con inseguimento, ad un 60enne in via Adda, inducendolo a scendere dalla sua vettura per un chiarimento, che però non ci fu mai perchè il 60enne venne investito ed ucciso da un altro automobilista ubriaco. Ieri G.S. è stato chiamato a presentarsi al Tribunale di Monza per la tragedia che la notte di sabato 5 ottobre 2019 è costata la vita ad Antonio Seria, residente a Caponago. In udienza preliminare il 30enne che ha falciato la vittima ha patteggiato la pena di 4 anni di reclusione per omicidio stradale aggravato dalla guida in stato di ebbrezza. La gup ha anche rinviato a giudizio il 20enne che era alla guida dell’altra auto coinvolta, che ora si trova alla sbarra nel dibattimento entrato nel vivo delle testimonianze.

Il difensore di G.S., l’avvocato Franco Balconi, respinge l’accusa di concorso in omicidio stradale sostenendo che la lite e l’inseguimento nulla c’entrano con la morte del 60enne. L’unico responsabile sarebbe il 30enne, che da Concorezzo si era trasferito all’estero per lavoro, ma era tornato in Brianza qualche giorno dalla famiglia e quel sabato notte aveva ‘alzato il gomito’ perchè il test dell’etilometro eseguito nell’immediatezza dei fatti dai carabinieri ha rilevato un risultato positivo con un valore di oltre 1,7 grammi di alcol per litro di sangue. La tragedia è avvenuta verso la 1.30 di domenica.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri, all’origine della tragedia c’è stata una lite stradale (nata poco prima in viale Sicilia) tra la vittima, alla guida di una Nissan Micra e il 20enne di Brugherio, alla guida di un’Alfa 147, da cui è scaturito un inseguimento fino in via Adda, dove il giovane di Brugherio avrebbe superato e poi sbarrato la strada al 60enne. A quel punto il caponaghese è sceso dal proprio veicolo, venendo investito dalla Volkswagen Polo con al volante il 30enne di Concorezzo, che sopraggiungeva in direzione Brugherio. Violentissimo l’impatto: il sessantenne è stato sbalzato ad una trentina di metri ed è morto sul colpo. Sulla Alfa 147 con il giovane di Brugherio viaggiava un amico, che ieri ha ricostruito in aula i momenti prima della tragedia. "Io e l’imputato eravamo in auto tranquilli e mi stava riportando a casa a Brugherio – ha raccontato S.L., ora 22enne – In viale Sicilia il conducente della Micra in fase di sorpasso ha preso dentro l’auto di G, che gli ha fatto gli abbaglianti per farlo fermare per la constatazione amichevole, ma lui invece ha girato a destra, si è fermato, è sceso dall’auto, ma poi è risalito e ha fatto retromarcia per andarsene.

Allora G. l’ha bloccato e siamo scesi, ma subito è sopraggiunta l’auto che l’ha travolto. G. ha usato la torcia del telefonino per segnalare alle auto di evitare il corpo a terra fino all’arrivo dei soccorsi". Secondo la ricostruzione della difesa dell’imputato, confermata anche dai carabinieri intervenuti sul posto, l’imputato indossava il giubbetto catarifrangente e aveva posizionato anche il triangolo a terra per segnalare l’incidente. Sulla Polo, che ha finito la corsa in un piccolo burrone laterale, con il 30enne viaggiava una ragazza, M.T., 22enne di Concorezzo. "Non mi sono accorta di niente perchè stavo inviando un messaggio, ma il mio amico ha tentato di evitare l’investimento perchè l’auto ha sbandato". Si torna in aula a gennaio.

Stefania Totaro