
Fabrizia De Andrè
MONZA – Si chiama “La Voce di Iris“ ed è un’associazione fondata da Fabrizia De André per aiutare donne e bambini in difficoltà. Monzese da 8 anni, la figlia di Cristiano e nipote di un colosso come Fabrizio De André, modella e artista ha dato vita all’associazione non profit con l’obiettivo di legare musica e solidarietà per offrire sostegno a donne e bambini che vivono situazioni di disagio, in Italia e all’estero.
Tra i primi progetti che sosterrà “La Voce di Iris“ ci sono due realtà distanti, ma unite da un bisogno urgente di cura e protezione. Si tratta del Cadom di Monza, realtà che da oltre trent’anni offre ascolto, assistenza legale, sostegno psicologico e percorsi verso l’autonomia alle donne vittime di violenza, e Supermarket23, rete attiva nella distribuzione di aiuti umanitari a Cuba, nella zona di L’Avana, dove una grave crisi economica costringe in estrema povertà tantissime famiglie con bambini. Per accompagnare il lancio dell’associazione e sostenere questi progetti, Fabrizia ha pubblicato il suo primo CD, in cui reinterpreta due brani della cantautrice spagnola Bebe, “Malo“ ed “Es Por Ti“. Canzoni intense, che parlano di fragilità, rabbia e passione. Le prime copie sono state distribuite durante l’evento inaugurale de La Voce di Iris, l’8 luglio scorso a Milano. Il CD è ora disponibile anche online, sul sito lavocediiris-onlus.com: chi effettua una donazione libera può riceverlo in regalo, come segno di gratitudine. I proventi del progetto musicale andranno a sostegno di Cadom e Supermarket23.
“Per molti anni offrire aiuto è stato anche un modo per non doverlo chiedere – racconta l’artista – Con la nascita di mio figlio questo impulso ha preso una forma nuova, più profonda. È da lì che nasce “La Voce di Iris“. Ho inciso queste due canzoni che raccontano la fragilità e il bisogno di essere ascoltati. Non per brillare, ma per dare luce a situazioni che troppo spesso preferiamo non vedere. Ho un grande esempio in mio nonno Fabrizio, che con la sua musica e poesia ha sempre dato voce a chi non l’aveva”.
Fabrizia abita a Monza da 8 anni, da quando è nato il suo Riccardo: “Monza ha un ritmo un po’ più lento della frenetica Milano, è più verde e raccolta – racconta – una città più a misura di bambino”. Ricorda il nonno Fabrizio come una figura carismatica che ha scelto di usare la voce e le canzoni per raccontare verità scomode. “Mi ha trasmesso il potere della presenza – spiega –. Esserci in musica come strumento di cambiamento, per rompere il silenzio, far riflettere e accendere il pensiero critico. Ricordo i suoi gesti, la sua fisicità e il suo modo di comunicare”. Dopo il Cadom, Fabrizia sta pensando ad altre collaborazioni con il mondo del terzo settore sul territorio, così come con le realtà musicali e il liceo musicale Zucchi, per parlare ai giovani, unendo la musica e le tematiche sociali del volontariato, canalizzando emozioni e consapevolezze attraverso l’arte, “perché a parlare ai giovani – auspica – non sia solo l’intelligenza artificiale”.