ALESSANDRO CRISAFULLI
Cronaca

Droga dello stupro nel bicchiere, poi la violenza: 29enne in balìa di due amici 50enni. Arrestati

Monza, l’aggressione sessuale dopo una cena. La giovane si è ritrovata nuda con entrambi, i test hanno confermato che era stata narcotizzata con la droga dello stupro

violenza

Avevano organizzato tutto: la cena in un ristorante, a calici alzati. Poi il dopocena a casa. Con l’ingrediente segreto, la droga dello stupro, servito alla vittima designata. E infine la violenza. Così due 50enni albanesi, amici e vicini di casa, hanno architettato il loro piano nei confronti di una 29enne italiana, amica di famiglia di uno dei due. È successo l’estate scorsa e, a circa un anno di distanza, al termine delle indagini, gli agenti della squadra mobile della Questura di Monza hanno eseguito le due misure cautelari - una in carcere e l’altra ai domiciliari - emesse dal Gip del tribunale di Monza su richiesta della Procura. I due albanesi - rintracciati uno in Brianza e l’altro a Cuneo - sono indagati per violenza sessuale aggravata dall’uso di sostante alcoliche, narcotiche o stupefacenti e violenza sessuale di gruppo.

Gli accertamenti sono partiti dalla denuncia sporta dalla 29enne, a seguito della visita svolta presso il servizio di soccorso specializzato dell’ospedale Mangiagalli di Milano. La struttura sanitaria ha trasmesso gli atti alla Procura, fornendo materiale utile per le indagini. Settimana dopo settimana, l’episodio è stato contestualizzato e ricostruito. La ragazza era solita frequentare la casa di uno dei due albanesi. Come amica di famiglia. Quella sera la famiglia dell’uomo era assente, perché in vacanza. L’uomo allora ha invitato l’amica a cena in un ristorante di Monza e lei ha accettato. Subito dopo la cena la ragazza ha iniziato a non sentirsi bene, manifestando insolita euforia alternata a momenti di temporanea amnesia.

I due hanno raggiunto la casa dell’uomo, dove era presente il secondo albanese. Nel cuore della notte, la ragazza si è ritrovata nuda e nell’atto di compiere atti sessuali con gli indagati. Non ricordando con precisione cosa le fosse accaduto, si è rivestita ed è tornata a casa. Solo nei giorni successivi ha iniziato a ricordare brevi momenti passati insieme ai due uomini, prendendo così consapevolezza che era stata coinvolta, senza rendersene conto, in un rapporto sessuale di gruppo e sospettando che il vicino di casa le avesse somministrato qualche sostanza. Da qui la visita all’ospedale, la denuncia e le indagini. Dalle quali, attraverso gli esami tossicologici, è emerso che la ragazza aveva assunto sostanze psicotrope tra le quali la Ghb, nota come droga dello stupro. I due albanesi hanno anche cercato di offrire dei soldi alla vittima, per farle ritrattare le accuse. Invano. Per loro sono arrivate le manette e il trasferimento dietro le sbarre del carcere.