Droga Groane, si chiude. Chiesti 12 e 13 anni di pena

Un’inchiesta aveva sgominato i gruppi che avevano preso possesso del bosco . Alla sbarra restano gli ultimi due spacciatori violenti dell’organizzazione criminale.

Due richieste di condanna a 13 e 12 anni di reclusione per gli altrettanti ultimi presunti pusher del parco delle Groane.

Le ha presentate la pm della Procura di Monza Sara Mantovani, che ha coordinato le lunghe indagini dei carabinieri partite nel 2019 e che hanno già portato a condanne fino a 10 anni di reclusione confermate anche in appello.

Ora al dibattimento davanti al Tribunale di Monza si trovano gli ultimi due marocchini che non hanno scelto alcun rito alternativo e sono arrivati al dibattimento. A fine mese la sentenza dei giudici.

La banda di pusher violenti era stata sgominata dai militari di Cesano Maderno e della Compagnia di Desio. Le indagini avevano fatto emergere un’organizzazione criminale che prevedeva ruoli e compiti ben precisi, da chi accompagnava i tossicodipendenti nel bosco che si estende nei pressi della stazione ferroviaria Cesano-Groane, a chi garantiva l’ordine non disdegnando di armarsi di machete o di mazza da baseball. Le due condanne alla pena più alta, 10 anni di reclusione, sono andate finora a due marocchini, Adil Karimi — noto anche come "Nik" o "Zio" — e Omar Safi, entrambi 33enni, ritenuti dagli inquirenti coloro che reggevano le fila dello spaccio di droga. Tutti gli altri complici erano perlopiù tossicodipendenti italiani che si trasformavano in pusher per racimolare la dose di sostanza stupefacente quotidiana. Decisivi sono stati i filmati raccolti dai carabinieri in mesi di indagini grazie alle telecamere installate di nascosto nella zona boschiva. Immagini che mostrano la gestione dello spaccio di droga. Con i capi, nascosti nella fitta vegetazione (in alcuni punti quasi impenetrabile, tanto che ci voleva una ‘guida’ per raggiungere il supermarket) che piantavano una tenda per ripararsi dal sole e dagli sguardi indiscreti e sistemavano addirittura un tavolo per le vendite. Poi i ‘galoppini’, che portavano la sostanza stupefacente ai clienti che facevano la fila ai margini della boscaglia.

E infine i ‘pali’, armati di roncole e mazze da baseball, pronti a intervenire al minimo screzio tra clienti e venditori di droga. Il supermarket offriva ogni tipo di sostanza stupefacente, dalla cocaina all’hashish, ma soprattutto eroina. Diversi gli episodi di tentato omicidio o lesioni tra i componenti delle bande rivali a mano armata. Nel dicembre 2019 i militari di Desio avevano sequestrato 12 chilogrammi di cocaina proveniente dall’Olanda e 400mila euro in contanti, risultato questo collegato ad altre pregresse 9 transazioni, per un valore complessivo di guadagno di oltre 4 milioni di euro, dando evidenza della solidità del business criminale.

Stefania Totaro