
Didattica a distanza
La didattica a distanza (Dad) va in pensione. Almeno così si augurano molti genitori monzesi (soprattutto quelli con i figli alle scuole elementari) esausti dopo tre mesi di assistenza dei bambini impegnati quotidianamente nelle videolezioni. Questo quanto è emerso dal questionario anonimo ideato da Augusta Leante, mamma di un bambino che ha appena concluso la seconda elementare alla scuola Rodari, e diffuso grazie al contributo delle Consulte cittadine, in primis quella di San Gerardo-Centro.
La mamma, che già nei mesi scorsi aveva realizzato un’iniziativa simile per sensibilizzare genitori e istituzioni sul problema dei centri estivi al tempo del Covid, ha cercato di fotografare come i genitori monzesi hanno vissuto l’esperienza della Dad e come prepararsi, qualora si dovesse ritornare a questa modalità di insegnamento. Al questionario, redatto prima della diffusione delle nuove linee guida, hanno risposto 1.240 famiglie (837 con figli alle primarie) e 403 (con figli alle secondarie). Quasi un terzo dei genitori con figli alle elementari (esattamente il 31,1%) valuta negativamente l’esperienza della Didattica a distanza con bambini demotivati ed evidenziando le difficoltà che questo tipo di insegnamento ha avuto sul nucleo familiare. Ma le famiglie sono anche consce che sarà dura sbarazzarsi definitivamente delle lezioni a distanza e stanno già pensando a possibili opzioni per riportare i bambini in classe.
Le piattaforme della Dad sono state giudicate abbastanza facili e intuitive anche se i più piccoli hanno dovuto comunque essere supportati dai genitori. In merito a durata e frequenza delle videolezioni, l’offerta proposta dalle scuole secondarie sembra essere stata più omogenea (con un 86,8% di lezioni quotidiane di durata compresa tra 1 e 3 ore), mentre la fotografia delle scuole primarie si presenta più eterogenea (minore frequenza eo durata). Nel frattempo i genitori pensano al rientro in classe a settembre. In che modo non è ancora chiaro. I genitori monzesi bocciano le turnazioni: numeri alla mano il 67,5% delle famiglie con figli alle elementari ritengono questa soluzione ingestibile, mentre la percentuale si abbassa al 52,4% per chi ha i figli alle medie, pur evidenziando la difficoltà a gestire ingressi dilazionati. Per quanto riguarda il servizio mensa solo il 13,1% intende far rientrare il figlio a casa per il pranzo. Dai questionari è emerso che le eroine di questa fase sono state le mamme che si sono dovute dividere tra cura della casa, figli, didattica a distanza e lavoro in modalità smart working.
Sostituendosi (o affiancandosi) anche alla figura dell’insegnante: questo vale per il 79% dei bambini delle primarie e per il 56,8% di quelli delle secondarie. "Il questionario non offre una foto esaustiva dell’intera situazione scolastica monzese, ma uno spiccato che comunque ci deve far riflettere – spiega Augusta Leante –.Dobbiamo lavorare insieme, anche al fianco dei presidi. Penso che sia importante individuare fin da subito luoghi alternativi dove garantire le lezioni in presenza come oratori o centri civici". Paola Dorenti e Francesca Sala, coordinatrici della Consulta San Gerardo- Centro, hanno inviato i risultati del questionario in Comune con l’auspicio di poterli condividere con il tavolo attivato dall’Amministrazione, i dirigenti scolastici e le associazioni genitori per ripartire in sicurezza tenendo conto del vissuto delle famiglie.