Desio, traffico di fatture false sulla rotta Italia-Cina. Pene fino a 4 anni e 10 mesi

Il gup del tribunale di Monza ha condannato tre persone con il rito abbreviato e accolto l’istanza di patteggiamento per altre cinque. Oggetto di autoriciclaggio una somma da 57 milioni di euro

L'inchiesta è stata condotta dalla Guardia di finanza di Seregno (Archivio)

L'inchiesta è stata condotta dalla Guardia di finanza di Seregno (Archivio)

Desio (Monza Brianza) – Tre condanne con il rito abbreviato e cinque patteggiamenti con pene fino a 4 anni e 10 mesi di reclusione per il presunto traffico di fatture false con autoriciclaggio da 57 milioni di euro verso compiacenti società estere, tra cui per la prima volta appare anche la Cina.

Rottami d’oriente

È la sentenza decisa dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Monza Marco Formentin per l'inchiesta, coordinata dai pm della Procura di Monza Salvatore Bellomo e Sara Mantovani, denominata "Ironfamily” dal coinvolgimento della famiglia Ricco, rottamai da generazioni a Desio, con l'arresto di quattro fratelli. Un paio sono ancora agli arresti domiciliari e tutti oggi sono stati condannati oppure hanno concordato le pene con la pubblica accusa. Le accuse contestate sono a vario titolo associazione a delinquere finalizzata all’emissione di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio e autoriciclaggio.

Nuove rotte dell’evasione

L'inchiesta della Guardia di Finanza di Seregno è partita dopo un controllo effettuato presso l’azienda di Desio, segnalata per operazioni anomale. Un'indagine che ha portato alla luce l'inquietante evoluzione di questo sistema di evasione fiscale con la destinazione dei soldi 'sporchi' non più nei cosiddetti 'paradisi fiscali' in Paesi esotici e neanche la triangolazione con la Svizzera e il Regno Unito. Ma l'ingresso di nuovi Paesi in Europa, come Bulgaria, Repubblica Ceca, Polonia, Slovenia, Spagna e Ungheria ma soprattutto il coinvolgimento di società della Repubblica Popolare Cinese.