ALESSANDRO SALEMI
Cronaca

Deserto sociale e 8 addetti a casa: "Salvate l’ultimo bar del quartiere"

Un angolo di convivialità, un rifugio per anziani, studenti e comitive in cerca di un caffè o di una chiacchiera:...

Il consigliere Pd Villy De Luca invita i cittadini a farsi sentire: «Scrivete a filodiretto@lombardia.coop.it per chiedere che il bar non muoia»

Il consigliere Pd Villy De Luca invita i cittadini a farsi sentire: «Scrivete a filodiretto@lombardia.coop.it per chiedere che il bar non muoia»

Un angolo di convivialità, un rifugio per anziani, studenti e comitive in cerca di un caffè o di una chiacchiera: il bar accanto alla Coop di via Marsala ha chiuso i battenti domenica 29 giugno, lasciando il quartiere San Carlo orfano di un presidio sociale. La notizia ha scosso gli avventori e gli otto dipendenti, informati a metà giugno della chiusura del contratto e dell’avvio di una procedura di licenziamento collettivo. "Quel bistrot era un luogo di vita, un punto di incontro dove rilassarsi, leggere un giornale o lavorare in un’atmosfera accogliente", racconta Villy De Luca, consigliere comunale Pd, che ha lanciato un appello social per mobilitare il quartiere. "Ci ho passato anch’io tanti momenti, tra gruppi di anziani che si ritrovavano per la colazione e studenti. Era un presidio di socialità, l’ultima edicola della zona, un cuore pulsante che non possiamo perdere". La chiusura del locale, affollato fin dalle prime ore del giorno, non è dovuta a un calo di clientela, ma ai crescenti costi di gestione: dal canone di locazione alle bollette energetiche. La società che gestiva il bar per conto di Coop Lombardia, con altre attività in Brianza, ha proposto un parziale ricollocamento per alcuni degli otto lavoratori. Intanto, i sindacati Cgil e Cisl stanno pressando l’azienda e Coop Lombardia per trovare un nuovo gestore che possa riaprire il bar, preservando i posti di lavoro e la funzione sociale del locale. Il bar di via Marsala non era solo un luogo dove prendere un espresso, ma un punto di riferimento per una zona povera di spazi di aggregazione. La speranza è che un nuovo gestore subentri, reintegrando i dipendenti e mantenendo vivo lo spirito del bistrot. De Luca invita i cittadini a farsi sentire: "Scrivete a filodiretto@lombardia.coop.it per chiedere che il bar non muoia. Salviamo questo presidio e i suoi lavoratori". E aggiunge: "Sarebbe bello se il nuovo gestore includesse progetti di inserimento lavorativo per persone diversamente abili o ex detenuti, rendendo il bar un simbolo di inclusione".

Alessandro Salemi