BARBARA APICELLA
Cronaca

Dalla gabbia al salotto di casa. Slim e Shady, incubo a lieto fine

I due cani erano stati trovati dai volontari dell’Enpa in un appartamento a Villasanta immersi nell’immondizia. Accolti nel rifugio di via San Damiano, sono stati adottati grazie agli appelli lanciati anche sui social.

Dalla gabbia al salotto di casa. Slim e Shady, incubo a lieto fine

Dalla gabbia al salotto di casa. Slim e Shady, incubo a lieto fine

Il grande sogno di Giorgio Riva, presidente dell’Enpa di Monza, è che per tutti i suoi ospiti arrivi presto il lieto fine. Un lieto fine che per qualcuno arriva dopo poche settimane, per altri dopo mesi, per altri ancora dopo anni. C’è chi riesce a scoprire la gioia e il calore di una famiglia soltanto nella fase finale della vita. Comunque più fortunato di chi, invece, una casa diversa dalla cuccia del canile non la rivede più. Sono tanti gli appelli lanciati dal rifugio di via San Damiano che, fortunatamente, hanno un lieto fine. Storie di cani e di gatti abbandonati, ceduti, spesso malati o anziani che trovano però una seconda opportunità. Proprio come è accaduto a Slim e Shady i due cani che la scorsa estate sono stati recuperati dai volontari dall’Enpa a Villasanta. I due cani - di taglia media - vivevano all’interno di un appartamento.

Pressoché da soli tra mucchi di oggetti, immondizia, in mezzo alle loro feci e urine. E proprio quell’abbaiare continuo e quell’odore nauseabondo che proveniva da quella casa aveva allarmato i vicini che avevano immediatamente segnalato la situazione all’Ente nazionale protezione animali. Quando i volontari sono giunti sul posto la proprietaria dell’appartamento aveva spiegato che quei cani non erano suoi, ma di un suo familiare che glieli aveva lasciati, ma lei non era in grado di prendersene cura. I cani sono stati così portati nel rifugio di via San Damiano e dopo le visite e gli accertamenti del caso, sono stati lanciati appelli per la loro adozione. Slim e Shady hanno avuto una seconda opportunità. Sono stati accolti dopo poche settimane da due famiglie che li hanno ripagati di tutte le attenzioni, le passeggiate e l’amore che prima non avevano ricevuto. Shady è stato il primo a lasciare il canile: una signora, che aveva già adottato un cane nel canile di Monza, è arrivata al rifugio cercando un cucciolo, ma si è innamorata della voglia di vivere del piccolo Shady, che sicuramente cucciolo non era. E così Shady, ribattezzato Spillo, ora si gode la vita come cane di famiglia, è super coccolone e gioca con tutti i cani del parchetto. La famiglia che ha adottato Slim, invece, ha già un cavallo, una cagnolina e aveva subìto la perdita del loro maremmano: si era perciò recata in canile in cerca di un cucciolo di maremmano, ma non avevano fatto i conti con la dolcezza di Slim. E così, dopo le necessarie prove di compatibilità con la quattrozampe di casa e i cavalli del rifugio, anche Slim, che la nuova famiglia ha deciso di chiamare Baba, si è lasciato alle spalle il canile, ma soprattutto il periodo di grave solitudine e trascuratezza cui un padrone insensibile l’aveva condannato insieme all’amico Shady.

Ma dal rifugio di Monza ricordano che sono ancora molti i cani e i gatti che sono alla ricerca di una seconda opportunità. Infatti dopo un boom di adozioni nel periodo della pandemia, il ritorno alla normalità ha visto poi pian piano nuovamente riempirsi il rifugio di Monza e anche durante quest’anno sono state numerose le richieste di cessioni di cani giunte al canile di Monza, oltre ai cani abbandonati e recuperati nelle strade della città. Ma Enpa ha attivo anche il Progetto Famiglia a Distanza, che permette di dare visibilità e amore agli animali di difficile adozione, in modo che possano anche loro socializzare con più persone e, magari, venire adottati in via definitiva. Sono gatti, cani, ma anche cavalli, pony, capre e conigli. Per diventare genitore a distanza, occorre prendere un contatto via mail (adozioni.distanza@enpamonza.it) per un appuntamento. Il contributo richiesto è di 15 euro al mese per ogni animale adottato, anche se per garantire continuità al progetto la durata minima consigliata è di 3 o 6 mesi.