Crippa
Il mantello sull’acqua del fiume in piena per consentirgli di raggiungere i suoi malati. Un cesto di ciliegie fatte “materializzare” in pieno inverno per ringraziare i canonici del Duomo che gli tenevano aperte fino a tardi le porte afinché potesse raccogliersi a pregare.
Tante guarigioni, per sua intercessione.
Gerardo de’ Tintori era venerato come un Santo già in vita. E all’arcivescovo Carlo Borromeo non toccò fare altro, secoli dopo, che istruire un’inchiesta per confermare una canonizzazione popolare che era già storia fatta e finita.
Poi grazie anche all’ospedale da lui fondato, si procedette pure a nominarlo patrono della città. Anzi, co-patrono, visto che la città era da tempo già stata formalmente affidata alla protezione di San Giovanni Battista, un evangelista, mica un Santo da poco.
E adesso? Pare che la gente, che da tempo già diserta le chiese, abbia quasi dimenticato anche il suo Santo. Se ne duole il parroco della chiesa di San Gerardo. Nessuno va a visitare l’urna con le reliquie. Solo qualche straniero. Ma ci sarà una grande operazione... di marketing, direbbero forse gli infedeli. È stato chiesto e ottenuto per il 2024 di istituire per il 400esimo della traslazione delle sue spoglie, un Anno Santo per la chiesa di San Gerardo. In pratica, indulgenza plenaria, alias perdono di tutti i peccati, per chiunque visiterà la chiesa di San Gerardo.
Torna in mente la proposta lanciata una quindicina di anni fa dall’allora parroco di Renate, che aveva offerto 2.500 euro a chiunque avesse dato il nome di Carpoforo, Santo cui era intitolata la chiesa del paese, a un figlio. O almeno trovasse un renatese con quel nome, visto che non veniva più utilizzato da secoli. Non li andò a riscuotere nessuno. Chissà se almeno per un’indulgenza plenaria, che vale spiritualmente più di qualche euro, qualche peccatore andrà a omaggiare il Santo di Monza.