Un uomo “carismatico“, intraprendente e sempre sul campo. Definito così dai colleghi stessi, si presenta sotto i migliori auspici Guido Compatangelo come nuovo presidente di Croce Rossa Monza, erede della carica dall’ex presidente pro tempore Claudio Catucci, che era subentrato in qualità di vice di Dario Funaro (dimessosi ad agosto per diventare comandante del corpo militare di Croce Rossa della Lombardia). Alle elezioni di settimana scorsa ha preso circa il 50% delle preferenze – su 3 candidati –, con 128 voti (il secondo ne ha avuti 64). Il 5 dicembre si aspetta l’investitura ufficiale con il giuramento. "Sono davvero felice di questo risultato - commenta -, i colleghi mi vedono come una persona responsabile e disponibile. Mi è stato detto che piace il mio modo di pormi, il mio carisma. E poi naturalmente è stato apprezzato il programma, che è molto concreto e si basa su 3 pilastri: formazione, sicurezza e emergenza". Il nuovo presidente ha idea di puntare soprattutto sulla formazione di nuovi soccorritori per le emergenze climatiche e su quella nelle scuole. "Non dimentichiamo che abbiamo il Lambro. Dobbiamo allargare le convenzioni con vigili del fuoco, protezione civile e Comune. Nelle scuole dobbiamo fare formazione salva vita". In generale, comunque, ritiene positiva la situazione che eredita. "Lo stato di salute dell’associazione è positivo, abbiamo oltre 300 volontari a cui si aggiungono i corpi delle crocerossine e dei militari. Più del 70% del corpo è qui da più di 10 anni e rappresenta una base solida e sicura". "Ciò che nel tempo è cambiato è la disponibilità - continua -, per via di orari di lavoro sempre più lunghi". Nonostante non sia da molto in Croce rossa ha una forte motivazione. "Sono entrato nel corpo nel periodo Covid, con l’idea che questa fosse una missione - chiarisce -. Ho 53 anni e sono un dirigente d’azienda, di una multinazionale. Ho la fortuna di aver viaggiato molto".
Originario di Latina, vive a Monza da 9 anni. In Croce rossa ha fatto un mucchio di corsi, con una media di 80/90 servizi all’anno, tra guida dell’ambulanza, trasporti ed eventi sportivi. La tempra per fare tutto questo viene da lontano. "Sono stato 4 anni vigile del fuoco, ispirato da mio padre - rivela emozionato -, che ne è stato ufficiale. È scomparso solo 7 mesi fa e ricordo la sua gioia quando gli dissi che ero diventato volontario Cri. Lui mi ha trasmesso un messaggio fortissimo: il rispetto della divisa, il rispetto delle persone, l’importanza di dare l’esempio".