
Sono 277 i soci e 190 i volontari delle 24 Conferenze brianzole della San Vincenzo
Monza, 21 novembre 2020 - Niente pacco alimentare con pasta e riso: alla famiglia hanno tagliato il gas e non può cucinare. Purtroppo i casi di povertà come quello che ci è stato segnalato sono in continuo aumento. La San Vincenzo e la Caritas fin dal lockdown della scorsa primavera sono scese in prima linea per rispondere alle richieste delle famiglie che, oltre ad avere difficoltà a mettere un pasto in tavola, spesso devono far fronte all’impossibilità di pagare affitto e utenze, rischiando di finire in mezzo alla strada o di trascorrere l’inverno al gelo. «Quest’anno l’emergenza sanitaria ha fatto aumentare le richieste di aiuto del 20% – spiega Giovanni Bellomi, presidente del Consiglio centrale della San Vincenzo di Monza -. La perdita di un impiego a tempo determinato o dell’attività lavorativa occasionale hanno creato problemi nelle famiglie. Durante la prima ondata, insieme alla Caritas, abbiamo organizzato una raccolta fondi che ci ha permesso di aiutare 120 famiglie nel pagamento di affitti e bollette".
Ma l’emergenza continua: sono circa 1.300 le famiglie che vengono seguite dalle 24 Conferenze della San Vincenzo (14 a Monza e 10 in provincia), con circa 3.800 persone raggiunte dagli aiuti. Una grande macchina della solidarietà che conta 277 soci e 190 volontari. «Purtroppo con il lockdown non possiamo entrare nelle case: attraverso l’incontro e il dialogo era possibile individuare particolari bisogni. Già in passato ci erano capitati episodi di famiglie a cui erano stati tagliati gas e acqua. Situazioni che probabilmente si stanno ripetendo ancora oggi". Le famiglie hanno bisogno di cibo e di aiuti per pagare le bollette. "Continuiamo a garantire i pacchi alimentari, ma distribuiamo anche buoni spesa raccolti grazie alla rete creata con altre associazioni. Con questa modalità c’è una maggiore attenzione anche alla dignità della persona che va al supermercato a fare la spesa in base alle esigenze della sua famiglia. Sono circa un centinaio le famiglie che hanno usufruito del buono spesa". Oggi però chiedere diventa difficile. "Siamo diventati tutti un po’ più poveri, senza neppure rendercene conto. I nuovi poveri sono soprattutto le famiglie con in media tre figli".
Anche per la Caritas è un periodo difficile: le casse si stanno svuotando e le richieste purtroppo continuano. "Spesso le persone non conoscono neppure i servizi che il territorio o lo Stato offrono – spiega Emanuele Patrini, responsabile decanale della Caritas -. Durante la prima ondata abbiamo dovuto chiudere i centri di ascolto parrocchiali, adesso offriamo colloqui telefonici. Purtroppo con l’emergenza Covid anche le parrocchie sono in difficoltà: le offerte ormai sono ridotte al minimo e non si possono organizzare attività di raccolta fondi".