ALESSANDRO SALEMI
Cronaca

Monza senza concerti, Claudio Trotta: “Il verde va tutelato ma dobbiamo viverlo"

Lo storico promoter di Bruce Springsteen, Ac-Dc e tanti altri: a Villa Reale andrebbe creato uno spazio di qualità da 3.500 posti che Milano non ha

Il concerto di Springsteen a Monza l'anno scorso. Nel riquadro, Claudio Trotta

Il concerto di Springsteen a Monza l'anno scorso. Nel riquadro, Claudio Trotta

Monza – Claudio Trotta è un produttore artistico italiano, organizza concerti, musical e show. L’anno scorso, con la sua Barley Arts, ha portato a Monza Bruce Springsteen.

In quell’occasione, nonostante i violenti nubifragi che fino al giorno prima avevano funestato la città, Parco compreso (con lo sradicamento di migliaia di alberi), la gestione dell’evento fu efficiente, senza sostanziali problemi di afflusso e deflusso degli spettatori, e senza registrare criticità, se non qualche disfunzione nella ristorazione interna all’area concerto e nel servizio di controllo (non però di responsabilità diretta di Barley).

Visto il successo del concerto del Boss l’anno scorso e anche del Concertozzo di Elio e le Storie tese domenica allo stadio Brianteo, ritiene che Monza sia una città che ben si presti ad ospitare grandi eventi musicali?

"Monza può serenamente ospitare eventi musicali di qualsiasi portata al Parco o allo stadio. Ovviamente quando si muovono grandi masse di persone la viabilità, i servizi accessori e i parcheggi debbono essere curati con particolare attenzione e rispetto da tutte le parti coinvolte organizzatori e istituzioni”.

Per quel che concerne il Parco, gli ambientalisti storcono il naso per via dei danni ambientali che grandi eventi di massa possono comportare, soprattutto se costanti nel tempo: c’è un modo efficace per ovviare a questo rischio? Si può pensare a concerti green?

"La mia opinione sul tema è la stessa da 45 anni: il verde va tutelato, ma vissuto. I concerti non creano danni ambientali. La maleducazione e la disorganizzazione li creano. Si tratta semplicemente di essere professionali e attenti alle modalità di preparazione, comunicazione e attuazione di quanto si fa. Il vero enorme problema è il tempo. I cambiamenti climatici in essere hanno generato fenomeni imprevedibili e ingestibili a prescindere dal tema degli spettacoli di massa, di qualsiasi natura ormai, e sempre più frequenti in tutta Europa. È quindi fondamentale studiare attentamente qualsiasi emergenza si debba affrontare".

Monza può essere attrattiva per stagioni di grandi concerti, diventando alternativa a Milano o si presta meglio a concerti di media entità?

"Credo che non sia allo stato dell’arte opportuno immaginare una eccessiva presenza di grandi eventi, mentre sarebbe molto interessante pensare ad un utilizzo continuativo in Villa Reale di uno spazio di qualità intermedio con 2.500/3.500 posti a sedere, dedicato a una programmazione musicale e teatrale dalla primavera a fine settembre. Uno spazio di questa natura a Milano non esiste e questo davvero caratterizzerebbe Monza rispetto a Milano".

E invece lo stadio, ricoprendo la fas cia dei 10mila spettatori, potrebbe essere valorizzato di più?

"Non con questa capienza. Andrebbero fatti lavori per aumentare la capienza ad almeno 20/25mila spettatori".

Ha qualche ricordo musicale che la lega a Monza al di là del concerto di Springsteen?

"Avrei tanto voluto vedere il live dei Pink Floyd. In compenso ho giocato a pallone, al Brianteo, il match Iron Maiden vs Radio Dj, partita benefit in occasione di un mio tour di Iron Maiden. Un ricordo bellissimo".